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124 DECIMA

Un gustato piacer? Perchè d’uà soglio
Una brama è più cara? Appena è questa
Paga perchè distrugge ogni diletto?
Ah P eterno Signor, che in questo esilio
135Sol la speme ci lascia, altri più veri,
Più stimabili beni a noi riserba
All’avvenire in seno; e sempre #nela
Ogni mortale alPinvisibil meta,
Ove la destra onnipotente il trae.
140Voglio che Palma tua, tutto te stesso
Più dappresso In veggia • In questa terra
Le potenze deJP uom restano sempre
Nella minore età; sempre imperfetti
Sono i prodotti loro, e assai più vili
145Della loro ragion. Dell’uomo osserva
Quanto sia la ragion distante, e varia
Dall’istinto de’ bruti. E’ sempre quella,
Di perfezion capace, e sempre avanza
Con progresso infinito: in pochi istanti.
150Questo nasce, si forma, ed è perfetto.
Tende allo scopo suo con lento piede
La ragion: ma P istinto allor eh è scopre
Ciò che brama, si lancia, e a quel s’unisce
Giungon ben presto i bruti al punto estremo
155A cui giunger da lor si puote, e sorge
Quasi in un punto in essi il genio, il moto,
Quanto è proprio di lor; nè posson mai,
Se di secoli ancor prodiga fosse
La Parca, in nuova, o più perfetta guisa
160Sapere, agir, bramare }, esser pili lieti.
Ma Puom, se vita al più helP astro eguale
Avesse, ognor qualche novello arcano
Potria scoprire, e nel momento estremo
Il desio di saper vivrebbe ancora.,
165Al Ciel c’invitan colla voce istessa
La nostra piente, il nostro cor, le nostre
Potenze tutte, e le passioni ancora.
Sentono queste, che inattiva resta
Di lor gran parte in questo esilio. ( Oh quanto