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118 NONA

Tolse, ed ci più ristretto ancor più fremr*
290L’uomo, quasi altro nume,, al mar ripete:
Rispetta il nuovo lido, e qui t’arresta* •’
Volgi or più presso all’equator lo sguardo;
O quante io veggio sotto un Ciel più amico
Fiorir arti sublimi, arti che sono
295D;>lce incauto de 1 sensi! E puote il ciglio
Tutti mirar que 1 maestosi templi,
Le cui cime fastose rgonsi all’etra,
Al Dio, che in essi il Mondo tutto adora?
Quanto superbo, e signorile ò questo
300Arco eretto a’ trionfi! Il ciglio immoto
Resta, che nel mirarne il giro immenso
E’ spettator della metà delucido.
Oui si veggon torrenti, i quai scordata
La natia gravità per l’aere vanno,.
305Ed in polve spumosa al fin ridotti, ’
Tornano sparsi a ricader sul suolo»
Colà fiumi orgogliosi in vasta oscura
Cavernosa prigion.dormon confusi,
E dov’arida un giorno era la piaggia,
310Ora si vede un ampio mar tranquillo.
Apre Tuoni della terra altrove il seno,
E seco trae dalle lontane rive
Due mari opposti: a suo piacer ne guida
Per varj seni il corso, e dove il centro
315De’ suoi regni fissò, quei mari unisce.
Di coraggio inarzial t’accendi, e il fiero
Si’ntier ti piace, in cui la spada è guida
Alla gloria, all’impero? Il sangue osserva,
Che le campagne inonda, ascolta il tuono
320Assordator, che dalle navi sbocca;
Del Britannico soglio egli è la voce,
Che leggi detta, e dà la pace al mondo»
E che resiste all’uom? Cede la terra
Delle viscere sue tuta i tesori.
325Misurato fu il Cielo, e l’occhio giunge
Dell’eterea regione al più remoto
Seno, ove l’astro in van fugge, e si cela.