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notte. 101

Al primo albor, clic il chiaro giorno annunzi.
295L’uomo, che informe sta ne* giorni ascosi.
Di chi padre gli sia, lungi è da questa
Vita imperfetta, e fral, quanto noi stessi
Dalla vera* ed eterna, a cui la morte
Schiude sola l’ingresso, allor che squarcia
300Questo, che c’imprigiona, ignobil velo...
O trasporti dell’uomo, allor che sciolto
Dall’artiglio di morte a voi si lanci ’
Sulla scena immortale, e lieto esclami:
Tutto il ben,, ch’io qui veggio, adesso c mio.
305Qual di sorpresa, e di piacer nell’alma
Cangiamento improvviso, allor che pura
Da fango vii sorgendo in pochi istanti
Dalle tenebre passi a un dì sì nuovo!
Giunti che siam colà, portando ancora
310In volto il tetro orror, l’alto spavento
Della morte, dell’urna ancor de* mali,
Che la vita ci die, languidi, e stanchi,
Quanto del sommo Ee*e il primo aspetto
Quanto ci colpirà! Quai dolci moti
315Noi proverem! Da qual soave, e caro
Fremito di piacer nel suo stupore
Sarà l’alma agitata! E quali allora
Grazie alla morte renderem.. Deh ferma,
Ferma, Signor, che generoso, e grande
320Troppo all’uomo ti mostri, e tròppo frale,
Troppo misero è l’uomo... Io non resisto ’
D’un bene immenso alla sublime idea:
Già mi palpita il cor, cresce il tumulto,
E della mia felicitade a fronte
325Mi smarrisco, mi perdo, e quasi io temo.
Qual senza fin di maraviglie a noi
Serie sì spiegherà! Qual folla immensa
Di sconosciuti oggetti il nostro sguardo
Vedrà in un punto! E Pinsaziabil brama
330Di veder, di saper, d’intender tutto
Paga neiruom sarà. Noti del mondo
Moral saranno a lui tutti gli arcani.