Pagina:Delle notti di Young traduzione di Giuseppe Bottoni e del Giudizio universale dello stesso Young.djvu/120

94 ottava

Mi sentiva morir: in quei momenti
Era qual uomo, in cui crudcl tiranno
Infierisce 9 ma rtiol che tutti ci senta *
I tormenti, gli strazj, e in ogni istante
25S’accresca il duol, che lo divera e struggo,
Finché vinto soccomba, e a lui la morte
Nell’estremo, ch’ei getta, •rribil grido. Strappi
dal scn de’ mali suoi la prova.
Quante è terribil mai, quanto è crudele
30Muover sì lenti i passi, e in mezzo al duolo
Al tramontar di pochi giorni e tristi Avanzare
così, cinto, ed oppresso
Dall’. orrot d’incertezza, e di spavento 9
Traversar dell’età canuta inferma
35Tutto lo spazio, che raseenibra un vasto _
Cupo sentiere, a cui la tomba è fine! „
Sentirsi trar dove più folte e nere
1/ ombre son della tomba, e a gradi il lume
Perder di speme, e poi vederlo estinto!
40Questa è l’aspra, Tamara, orribil via,
In cui sul fin dell’età mia cadffete
Mi spinse a forata il mio crudel destino.
In braccio al grave al disperato affanno,
Alla smania, all’orror, languido, infermo
45Trassi per lunghi-giorni il fianco antico.
Ah! quell’amor, che per se stesso in petto
Risente ogni mortai, più forza, o voce
No, non avea per me, nè questo affetto,
Glie sempre è unito all’uom, sempre l'inganna,
50Potè sedurmi, o all’alma mia men gravi
Rendere almen gli acerbi suoi tormenti •
Quante volte fissai d’Elisa in volto
Torbido, immoto, e spaventato il ciglio,
Che centro il mio voler tutto mostrava
55L 1 orror, che a me già presagiva il core!
Ouante volte credei vederla estinta
Nell’istante medesmo, in cui dal labbro
Livido smorto un tenero sorriso.
Ver me schiudea! Povera Elisa, oh Dio!