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notte. 91

255In picciol legno il mar... *. S’oscura il ciclo,
S’infuria il vento, la procella.... in seno
Agli abissi Lisandro è senza vita.
Giunge il nunzio fatal. Tace. L’istoria
Tutta dice il silenzio. Aspasia leggo
260Ne’ mesti lumi altrui del caro amante
Il fato, e sente in sen gelo di morte.
Sente stringersi il cor. Il duolo acerbo
Lo trafigge, lo squarcia. Arresta il petto
Ogni moto vital. Vacilla, muore,
265E s'unisce allo sposo entro la tomba.
Quel sì superbo, ed invidiabil tetto,
Nido di due felici amanti, e sposi,
Più quel non è; che ognun ravvisa in quello
Gemiti, pianto, error, miseria, e morte,
270Il mar crudel, che abbandonato, e tristo
Il rese già, coll’insensibil onda
Sempre ne bagna il fianco, ed al nocchiero,
Benché impavido e fier, quell’onda stessa
Sembra che gema, e nel passar risente
275Tumulto in sen, che a Jagrimar lo invita».
Ma le lagrime altrui sfogo chè basti
Esser ponno perone? Chi fia che mai
Mi consoli nel duol, che sì mi strazia!
Vani sono i miei sforzi: il mio dolore
280Ingannar non poss’io. Quelle, ch’io tento
Vie di fuggir, a’ miei tormenti in braccio
Mi guidan sempre $ e quell’idea funesta,
Che allontanar vplea, resa è più fiera
Da quella ch’io narrai tragica sorte.- ,.
285Ah, fu permesso almen vedere insieme,
Insiem soffrir dell’empia morte i colpi
Agli amanti infelici: oh voi beati
Nelle miserie vostre! Ombre indivise
Varcar poteste almeno il guado estremo.
290No, non dovrebbe il fate unir due cori,
O non mai separarli: ah, mia Narcisa,
Se a te volgo il penwer, non posso il pianto
Frenare, e svnlo in sen spezzarmi il eore.