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80 sesta

Vibran pioggia funesta. In mezzo agli astri
Che più luce non han, fiamme sanguigne
Versano le comete, e a gran torrenti
Scendon sul basso globo, I gioghi alpini
295Tutti fuoco già son, tutta la Terra,
Un Vulcano rassembra, e Pelio, ed Ossa
Non son che ardenti fiumi. Al suol le stelle
Cadano, e la Natura è fiamma, è fuoco.
Sovra carro fiammante il globo scorre
300L’Angelo struggitor, e ne scompone
Colle fervide ruote e parti, e forma.
Pallido l'uom si desta. Un giorno eterno
Nato ritrova, e lo stupor che tutto
Occupa l’Universo. Ei vede al colmo*
305Giunti gloria, e terror: nel quadro orrenda
Questo a quella contrasta. Il nero abissa.
Tuona da’ cupi seni, e scoppia, e s’apre
Scaglia di zolfi, e di bitumi accesi
Onde folte orgogliose, e un mar di fuoco»
310Vomita sulla terra. Egli s’affretta
A divorare, e co’ latrati ai Cielo
Tutto furor la presa sua domanda*
Intanto là dove più sciolto e pura
Nuota P etere, nasce un nuovo Ciela
315Di lucido cristallo, e sotto i passi
Dell’Eterno Moter s’avanza, e stende * *
Sì, l’eterno Motor cinto di sua
T netfabil grandezza è quel che sovra
1/ incendiato Universo ora si mostra Cinto
320di luce, e d’aurei vanni ad essa
Innanzi va Celeste Spirto, e sgombra.
Qual nebbi* vii de’ già discinti soli
Quella polve che resta. È la Natura
Agonizzante ancor: non senti forse
325L’ultime voci sue? Lorenzo, e dove*
Dove siam? Già la Terra in quel diluvia
D’atre fiamme si fuse; e dove adesso
Fuggir? Dove salvarci in faccia a Dio?
Per sì gran giorno il corsa lor compira