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74 sesta

Della morte si mira, allor che tenta
60Di far sua spoglia un uom canato e stanca*
È quando ei langue, e sol del fato il cenno
La Parca attende, incvitabil danno
S’annunzia all’infelice 5 e a noi frattanto,
Cui più bella mercè non serba il fato,
65Un dolce inganno di nestorca etade
Da noi si tesse, e più s* accresce il velo
Della nostra follìa. Forse chi conta
Ampio giro di lustri, e d’anni, impone
Alla vita, alla morte ordini, e leggi?
70Ma pure allor che d’un amico iì volto
Pieri di morte si vegga, il cuor si serra:
Quando freddo sudor mesto si terge
Dalla livida fronte, e fa sostegno
La nostra mano alla già fiacca testa:
75Quando il lume vital pallidi c rari
Tramanda i raggi, e picciol fascio stringe
I momenti, che a lui lascia la morte,
Sciogliesi allor P incanto. Oscura nube
Dal dolor si solleva., e la ridente
80Scena, che ci sedusse, allor sen fugge.
Taccioii gP inquieti moti, il volo altero
Delle nostre speranze al suol Serpeggia.
Sorge il pensier, che sì lugubre ammanto
Sollecito ci attende, e mentre il fato
85DelP amico si piange, alto spavento
Per noi stessi ci assale. Alfin quegli occhi
Gravi di fosco vel cercano ancora
Gli sguardi nostri; ed i respiri estremi.
Si raccolgon da noi. Piero governo
90Fanno dell’alma nostra orrore, e fluolo,
Tenerezza, pietà. Nel cor s’imprime
Come in cera di morte il tetro aspetto t
Ed il ciglio, ed il cor altro non vede
Che P ultimo fera} comune albergo.
95Eppur se fa Corteggio almen per poco
Al feretro il pensiero, oh come in fretta
Si richiama da noi! Del grave affanno