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131. 2 Quindi sostò pei’ diversi giorni uella Pieria, intanto che uno dei suoi tre corpi d’esercito spazzava per mezzo di tagli la via delle selvose montagne macedoniche, e apriva però il passaggio in Perrebia a tutte le schiere di Serse. Intanto facevano ritorno gli araldi spediti in Grecia a chiedere l’oEFerta della terra e dell’acqua: e chi di loro tornava vacuo d’ogni promessa, chi colia promessa in mano.
132. E i popoli che si piegarono alla ingiunzione di Serse furono questi: i Tessali, i Dolopi, gli Eniani, i Perrebì, i Locresi, i Magneti, i Mali, gli Achei FtioLici, e finalmente, i Tebani cogli altri Beoti, ad eccezione di quei di Tespi e di Platea (24). Contro i quali popoli, gli altri Greci che si risolvettero per la guerra al Barbaro, si strinsero con un giuramento che sonava così: Qualunque popolo ellenico si sarà sottomesso al re di Persia senza necessità, e mentre aveva le sue cose tuttavia ia fiore, verrà gabellato nel decimo dei propri averi in favore del Nume delfico. Questi furono, dunque, i termini della giurata alleanza (25).
133. Ma Serse non mandò alcun araldo nò ad Atene né a Sparta a chiedere l’offerta della terra e dell’acqua; e la ragione fu questa. Che quando, nei tempi anteriori, Dario spacciò suoi messi a tale effetto presso gli Ateniesi ed i Lacedemoni; i primi gettarono gli oratori persiani in un baratro, gli altri in un pozzo, invitandoli a trar fuori di là la terra e l’acqua da portare al re. Del quale misfatto qual gastigo riportassero gli Ateniesi non potrei dire, null’altro sapendo da questo in fuori; che la loro città e il territorio fu effettivamente in appresso devastato e diserto. Ma senza che io vegga contuttociò uu