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felice uscito di bocca a Megacreonte, cittadino di Abdera, quando esso coQsighò gli Abderiti di raccogliersi tutti insieme, uomini e donne, nei patri templi, e di pregare, in atto di supplicanti, gli Dei, affinchè mandassero loro anche in appresso sempre i malanni a mezzo: rendendo poi, in quanto al passato, infinite grazie alli Numi, perchè Serse non avea l’abitudine di fare due pasti al giorno. Che se in vero ( conchiudeva Mcgacrconte ) egli avesse loro ordinato di preparargli, oltre alla cena anche il desinare, gli Abderiti si sarebbero necessariamente trovati in questo bivio; o di non aspettare la venuta di Serse; altrimenti, di rimanere schiacciati sotto il peso d’un infortunio senza esempio. Ma nientedimeno tutte queste genti, sfidando il travaglio che le opprimeva, obbedivano agli ordini ricevuti.
121. Da Acanto Serse licenziò da sé le forze navali, ordinando ai comandanti di queste di procedere avanti, e di andarlo ad aspettare a Terma. A quella Terma che giace sul golfo Termeo, il quale prende da essa appunto il suo nome (19). Dappoiché il re aveva appreso che la via più breve per lui era da quella parte, Nel rimanente poi la marcia dello esercito da Dorisco fino ad Acanto fu regolata con quest’ordine. Serec, cioè, incominciò dal ripartire tutte le sue forze di terra in tre diversi corpi; disponendo quindi che uno di questi corpi, guidato da Mardonio e da Màsiste, camminasse lunghesso il mare andando di conserva con il naviglio; un altro, sotto Tritantecme e Gergi, doveva invece inoltrarsi per le vie più interne: e il terzo, con cui procedeva insieme lo stesso Serse, tenne una strada media fra gli altri due, essendogli duci Smerdomene e Megabizo.