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mai il giorno in cui tu mi possa riprendere di menzogna. È cosa connaturata agli Eileoi di dover vivere di privazioni: ma essi hanno nel tempo stesso una virtià acquisita, e prodotta in loro dall’uso della sapienza e dal rispetto delle tradizioni. Onde divengono abili a superare le privazioni e a ribattere i dispotismi. Io poi mi sento grandemente inclinato a encomiare gli Elleni tutti abitatori dei paesi dorici. Ma non per questo allargherò il mio discorso per tanto spazio di terra e di popoli; e mi restringerò a dire unicamente dei Lacedemoni. I quali, primieramente, mantengo che non accetteranno giammai la tua proposta di servitù per la Grecia; e che anzi ti si faranno incontro coll’armi, quand’anche tutti gli altri Elleni si accomodassero ai tuoi voleri. Né, per riguardo al numero, ti devi brigar di sapere quanti potranno essere gli Spartani apparecchiati a combatterti. Perchè, se si troveranno in mille, essi ti combatteranno in mille. E ti combatteranno egualmente o in minor numero od in maggiore.
103. Serse, udite che ebbe tali parole, si cacciò a ridere, e tostamente riprese: Ma che ciance sono mai codeste, che mille uomini possano esser buoni a contendere con un esercito sì smisurato? Dimmi un po’ infatti. Tu professi di essere re di tal gente: ma ardiresti tu di metterti lì su due piedi a combattere da solo contro dieci? Che anzi, verificandosi realmente in tutti i cittadini del tuo paese tanta virtù quanta è da te predicata, tu, come re, dovresti mostrarla doppia, secondo i patri statuti. Onde se ciascuno Spartano è proprio atto a combattere contro dieci uomini del mio esercito, io posso pretendere che tu opponga uguale virtù contro venti. In questi termini sol