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di Dario. Ma più specificamente ancora possiamo aggiungere: che Ariabigne, figlio di Dario e della figlia di Gobria, ebbe il comando della squadra ionica e caria: che Achemene, fratello di Serse, fu messo a capo degli Egiziani: e che tutto il resto del naviglio sottostava a quegli altri due. Alle già menzionate triremi poi si aggregava un conserto di navi minori, quali a trenta remi, quali a cinquanta remi; oltre a un certo numero di scialuppe e di barche lunghe per il trasporto dei cavalli: le quali tutte insieme sommavano credibilmente a tremila (15).
98. E dopo i duci supremi sopradescritti, nella guida del naviglio persiano massimamente si distinguevano: Tetramnesto, figlio di Aniso, di Sidone; Mapen, figlio di Siromo, di Tiro; Merbalo, figlio di Agbalo, di Arado; Siennesi, figlio di Oromedonte, della Cilicia; Cibernisco, figlio di Sica, della Licia; Gorgo, figlio di Chersi, e Timonace, figlio di Timagora, ambidue di Cipro; e, infine, i tre Cari, Istieo figlio di Timne, Pigre figlio di Seldomo, e Damasitimo figlio di Candaule.
99. Sugli altri comandanti delle ordinanze navali; dacché non ho nessuna necessità di parlarne; volentieri passerò sopra, eccettuata peraltro Artemisia. La quale, stupisco che, nella sua qualità di donna, volesse andare proprio in persona a combattere contro i Greci. Ma il fatto è, che, dopo morto il marito, avendo ella occupato il regno, colla successione assicurata in un figlio già adolescente; non da altro mossa, che da una cotal sua naturale alterezza d’animo e dagli spiriti virili che l’animavano; non dubitò di seguire, da nissuna necessità costretta, ma di