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86. 58I cavalieri Medi usavano un arredo d’armi e di vesti in tutto uguale a quello dei loro fanti; e lo stesso avveniva dei Gissi. Anche gl’Indiani a cavallo non differivano niente nel proprio costume da quelli a piedi. Ma oltre ai cavalli da corso conducevano pur seco dei carri; e a tirar questi carri adopravano indiflFerentemente i cavalli e g-li asini selvatici. La medesima convenienza poi d’armi e di vesti fra i cavalieri e i fanti riscontravasi eziandio nei Battri, nei Caspi e nei Libi. I quali ultimi però erano piuttosto, e generalmente, conduttori di carri. Né accadeva diversamente il fatto nei Caspiri (13), nei Paricani e negli Arabi. Se non che gli Arabi sostituivano i cammeli ai cavalli; e avevano tali cammeli che si lasciavano dietro nel corso qualsiasi cavallo.
87. Queste, dunque, che ho finquì enumerate, furono le sole nazioni, le quali somministrassero all’esercito di Serse cavalleria: e! a somma totale dei cavalieri ci raggiunse il numero di ottantamila, non tenuto conto de cammeli e dei carri. Essi furono ordinati schiera schiera, dandosi agli Arabi l’ultimo luogo. Il che si fo per cansare il probabile paventar dei cavalli, i quali dif cilmente sopportano la vista di un cammelo.
88. Della cavalleria erano supremi comandanti, Armi mitre e Titeo, figli di Dati. I quali però in principio avJ vano avuto un terzo collega in Farnuche; ma dovette lasciarlo a Sardi ammalato. Perchè nel mentre che \’{ sercito esciva appunto da Sardi, quegli fu sopraggionf da un tristissimo caso. Perchè nell’atto che cavalcai innanzi, un cane attraversò all’ improvvista le gami del suo cavallo; onde questo adombrato s’impennò, e get