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tostamente rispose: O ospite Lido, dacché io uscii dai confini di Persia, non mi avvenne di abbattermi ancora in nessun altro uomo che si facesse incontro al mio esercito con offici ospitali, nè che, venuto al mio cospetto, mi offerisse spontaneamente pecunia in sostegno di questa guerra, da te in fuori. Ma tu invece accogliesti il mio esercito con una ospitalità splendidissima, e mi fai la promessa di un’enorme quantità di danaro. Ora, ecco i doni che io alla mia volta ti profferisco. Acquisterai anzitutto presso di me i diritti di ospizio: e di più completerò del mio le quattrocento miriadi di stadere che menzionasti, dandoti le settemila che ti mancano, di guisa che per mio mezzo ti ritorni la somma perfettamente colma e integrata. Goditi pure, adunque, tranquillamente tutte le ricchezze che ti acquistasti; e sappi essere sempre tale uomo quale or ti dimostri. Così facendo, nè ora nè mai, ne avrai pentimento.
30. Dette poi che ebbe Serse queste cose, e attenute le fatte promesse, si spinse più oltre colla sua marcia. E trapassata Anava, città frigia di questo nome, e trapassato il lago salino, arrivò a Colossa; grande città della Frigia, posta nella medesima situazione del fiume Lico, quando egli scomparisce ad un tratto precipitando in una voragine, e poi a cinque stadi d’intervallo ricomparisce di nuovo, e finalmente si riversa nel Meandro. Partitosi poi da Colossa l’esercito persiano, pervenne ai confini della Frigia e della Lidia; dove un cippo fissato in terra e postovi fino dai tempi di Ciro, indica con un’iscrizione il termine dei due paesi.
31. Entrato poi che fu Serse dalla Frigia in Lidia, e