Pagina:Delle istorie di Erodoto (Tomo III).djvu/299

— 287 —

Gli Ateniesi, in quel tempo che i Pelasghi ai allargarono per tutta la distesa dui paese che ora chiamasi Eliade, appartennero anch’essi al sangue pelasgico, e si denominarono Granai: ma sotto Cecropi, furono detti Cecropidi; e sotto ErettiO si trasformarono in Ateniesi. Finalmente, Ione, figlio di Xuto, impresse loro anche l’appellaiione di Ioni.

Sono verameute cariose queste improvvise e rapide corse che di Unto io taoto si compiacs di fare Erodoto nel campo archeologico, ),’eltaudo spesso eoa brevi tocchi una splendida luce nel buio delle origini, e nel viluppo etnografico delle epoche più remute. Quantunque io pure convenga con Adolfo Schoell, esaere pregio dell’opera lo iudagare (ed egli s’industi-ia dì farlo) quali ragioni intime possa avere avuto Ei-odolo, nei singoli casi, per tal procedere, anziché ascriverlo t una vana pompa di erudizione. Pompa di erudizione, a ogni modo, prezioaissima per noi moderni, e di cui dovremmo avere al nostro Storico Bommo grado. Il passo citato p. e, avvalora sempre più l’opinione: che tutte te migrazìuui, orientali ed elleniche, nella Grecia, trovarono affettiTameote per tutta la distesa del paese un austrato pelasgico formato da lunga data j sul quale poi esse operarono le successive trasformazioni. E le allegate parole del Nostro confermano pure l’altro tatto tradizionale dell’antico ionicismo dell’Attica, per mezzo di quella colonia ionica che ci si stabili fino dai tempi del re Eretleo. Ma Atene uou si attribuiva il nume ed il vanto, di città ionica per eccellenza, solamente per questo: ma altresì per l’altra grande e importantissima ■aigrazioue ionica venuta a lei dalI’Egialo, poco dopo l’invasione degli liolo-Messenl guidati dai Neleidì. Quantunque, dopo cinquant’anni d) tlimora nell’Attica, li loni-Egialei passassero poi in gran numero uell’Asia Minore, popolando nel loro passaggio la maggior parte delle Cidadi. Laonde il possesso dell’Attica dovette rimanere principalmante la mano agli Eolo-Messen!; la cui maggioranza su tutti gli altri abitatori del suolo attico deducesi ancora dairimportsntisstmo fatto, della supremazia politica mantenutasi lungamente, e sotto divai-se forme, prima nella casa di Melante, o poi negli ultri Neleidi. Oltredichè, quegli antichissimi Ioni che, fino dai tempi dot re Eretteo, si mescolarono coi Cecropidi, facendo una cosa sola con loro; io non veggo git che fossero esclusi da quella generale dispersione degli antichi abitatori dell’Attica, che sussegui all’invasione eolo-messenica; quando furono ricacciali, gli uni verso i monti j e gli altri verso la costa, e messi tutti in condiziono di sudditanza verso i nuovi occupanti. Dal quale insieme di osservazioni concludo: che se potè qualche volta turoare utile effettivamente a Atene, quel suo predicarsi città ionica per eccellensa; non si vede perà multo chiaro fino a qual punto un tale predicamenlo corrispoudesso al rigoroso processo dei fatti. S« pure non vogliam credere, che tutto il vanto si rostriugesae