velarsi. Questi sono adunque, o re, tutti quei consigli che era nel mio intendimento di darti. Ed ora mi rivolgo a te, Mardonio, figlio di Gobria, per dirti di smettere una volta codesto tuo vacuo ed ingiurioso linguaggio contro dei Greci, i quali non meritano di essere trattati in tal guisa. Perchè calunniandoli come tu fai, vieni a sollevar sempre più l’animo del re, e ad inclinarlo maggiormente alla guerra: al quale effetto appunto, per quanto mi sembra, mirano visibilmente tutti i tuoi sforzi. Ma le cose non succederanno come desideri. Essendo la calunnia un’azione turpissima, dove due sono gli offensori contro un offeso. Dappoiché offende il calunniatore accusando un assente; e offende chi si lascia prendere dai calunniosi artifici prima di avere appurata la verità. Dall’altro lato chi si trova lontano, mentre di lui mal si discorre, resta offeso in doppia maniera: primieramente da chi lo calunnia; in secondo luogo da chi lo crede cattivo sulla fede e nella parola del calunniatore. Ma se veramente e assolutamente necessita che questa guerra contro i Greci si faccia; orsù via, non per questo il re abbandoni la sua residenza. Piuttosto; dopo avere dato ciascun di noi due i propri figli in reciproco ostaggio; assumi tu il carico dell’impresa, e mettiti a capo di un esercito, per la qualità e per il numero, affatto corrispondente ai tuoi desideri. E se le cose succederanno così prosperamente, come tu le predici, sieno messi a morte i miei figli ed io con loro. Ma se invece saranno le mie previsioni quelle che si chiariranno per vere, tocchi la medesima sorte ai figli tuoi e a te con loro, se pure ti riuscirà di tornare
indietro. Ricusando poi tu dì accettare questi patti, e volendo in tutti i modi guidare un esercito persiano contro la Grecia; io so fin d’ora che quelli che rimar-