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28furono riferiti a Serse i voti d’Artemisia, eg-li se uè Iettò immensamente; e se avea sempre avuto un gran concetto di lei, la esaltò con lodi ancora più espresse e magnifiche in questa occasione. Ma ciononostante volle seguire nel dibattuto argomento il parere dei più, appoggiato alla persuasione; che se le cose avevano avuto un esito infelice presso l’Eubea, ciò doveva attribuirsi massimamente al Tatto che egli non era là. Quindi innanzi però tutto fu ordinato in guisa, che nessuna battaglia navale dovesse avere più luogo senza la sua presenza.
70. Dato, dunque, il segnale dai condottieri, le navi persiane si avanzarono verso Salamina, e potettero spiegarsi in buon ordine con tutto l’agio. Ma non restava ancora tanto di giorno che bastasse per attaccar la battaglia, e sopraggiunse prestamente la notte: onde si prepararono all’azioue pel giorno dopo. Nel frattanto i Greci furono assaliti da un timore e da un’angoscia inestimabile, specie i Peloponnesì. Cui atterriva il pensiero, di dover forse rimanere ivi a combattere pei soli interessi d’Atene; e il timore, se vinti, di vedersi poi chiusi e assediati nell’isola, lasciando la patria loro senza so& corso.
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71. Nella medesima notte, le milizie terrestri di Serse progredirono verso il Peloponneso, quantunque tutti i mezzi si fossero messi in opera per impedirne ai Barbari l’ingresso dal continente. Imperocché, non appena i Peloponnesì riseppero qual fine avessero fatta i compagni di Leonida alle Termopile, subito accorsero da tutte le parti del paese e si piantarono all’Istmo, sotto il comando supremo di Cleombroto, figlio di Anassandrida
. e fratello