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1 mente, alla ritirata, disse: che sarebbe stata sua cura di investigare il momento più acconcio per effettuarla. I consigli poi di Temistocle ebbero facile ascolto: i fuochi furono subito accesi; il bestiame eubeico fu tostamente predato.
20. Imperocché gli Eubei, non avendo voluto far nessun conto di un vaticinio di Bacide come di cosa insignificante, non si erano curati di trasportar niente fuori dell’isola, né di metter niente in salvamento nei luoghi chiusi, come se la guerra non li dovesse toccare; onde essi precipitarono le cose loro in un’afflizione inestimabile. Il vaticinio di Bacide sonava precisamente così:
E quando un ponte getterà di corde Il barbaro sul mare, assai ben lungi Sieno d’Eabea i tuoi belanti capri.
Del significato dei quaU versi non avendo voluto gioTarsi gli Eubei per schermirsi dai mali che già li stringerano o li aspettavano, avvenne che caddero in gravissime calamità.
21. In questo mezzo comparve un esploratore daTrachi. Imperocché eravi un esploratore ad Artemisio, un certo PoHa anticirese, il quale avea commissione { tenendo sempre una barca in ordine a questo fine ) di andare a dare avviso alle Termopile, al primo scoppio di conflitto navale. E parimente presso Leonida ve n’era un altro, OD tale Ambronico figlio di Lisicle, ateniese; il quale doveva, al sopraggiungere di qualsiasi novità per terra, montare subito sopra una barca (5), e correre ad informarne quei d’Artemisio. Comparve, dunque, appunto questo Ambronico, e riferì tutto quello che era acca