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1 i^Mli «i-auo per cousegueoza come un’aristocrazia sovrapposta al grosso della restante popolazione, egualmente dorico-corintia, che KeTtlI seguitati. Popolazione, civilmente libera, politicamente soggetta. La quale però distinguevasi dalla terza classe inferiore, detta, iti ciUiri. E per questi riUirt, generalmente s’intendono gli antichi ’biUtori siculi del paese, ridotti alla servitù della gleba dai .conqnilitori. Ma (secondo che ci narra Erodoto nel luogo citato) vincitori I Timi si unirono a un dato momento contro i comuni oppressori; trionfò la rivolta, e i gamori vennero sbandeggiati. Se non che a giadicare dalla facilità con cui il popolo di Siracusa, rivendicato in lilwrtà, apri le porte a Gelone che si appressava cogli aristorrati, bisogna congetturare che egli fosse internamente travagliato da pesnni umori, e le condizioni della città venute in un gran disordine.
N. 33. "H K£ niY o^^lOteve ó TTeXoitibri; ’ Afa^itivwv, irueónÈvoc IitapTinra^ Tr)v i’|T€MOvir|V dirapaipriffeai ÙTtù réXtuvói; re koI Zupr| xoudiuiv (§ 159).
Troppo sarebbi lo sdegno del Pelopida Affamennone { rispose Si«gro), te rùapesie che gli Spartani furono privati del supremo romando da Gelone di Siracusa.
Questo richiamo del legato di Sparta alla memoria del Pelopida Agamennone, deve essere spiegato col fatto: che gli Rrnclidi condutturi e capi della conquista dorica (quelli in particolar modo che fonditono le case regnanti d’Argo e di Sparta) collegavano volentieri le loro ragioni di principato « di dominazione peloponneaia alle trailitioni sempre viventi del padre Ercole e dei Pelopidi; riconoscendosi come discendenti del primo per sangue, o dei secondi per immediata "KoMsicme, pOBciachè eglino si erano divise le spoglie di Oreste tìglio ili Agamennone.
N. 34. ’O bi Kd^^0(; oOtoi; npÓTepov tout^uiv uapabeEduEvo? itapci ^inpó^ ff(v Tupavviba Kibiuv.... otxsTO è? ZiKEX(r)v,? vea \ifrà 5Ia|uiu)v fcXt T{ xai KOToiKtioe iróXiv ZatKXr)v k. t. X. f§ 164).
R il Cadmo di cui parliamo, in tempi anteriori, dopo essere fvrridulo al padre nel regno ben assodato dei Coi.... depose il ■OBwncio nelle mani dei cittadini ■. trasmigrò in Sicilia. Dove «infmc ’01 Sa,nì occupò ed abitò la città di Zancle, che mutò poi «I ’"o ttome in quel di M^:ssana.
Che Cadmo, dopo avere volontariamente deposta la tirannide in ’^00, trasmigrasse in Sicilia, e precisamente a Zancle, sua antica ’pant, Eia bene. Ma che egli la occupasse in questa occasione proprio ’’Olla forza dei Samt, è un aneddoto insostenibile a fronte di quanto ci Barra lo stesso Erodoto al C. 23° del Libro VI, e alla verità Btovktk