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- lesionici, quando i terribili invasori (varcato l’Axio! ruppero anche i coofioi della Mìgdonia; e andarono però in cerca di nuove sedi sulle rÌT6 dello Strimone e appiedi del monte Pangeo.
Uremo, infine, a complemento di questa Nota: come le due città, Iena Pclla; giacenti (dice Erodoto) là dove l’antica Bottiea si string»M verso il mare, fra la foce dell’Axio da una parte e la foce creata dilli confluenza del Lidia e dell’Alìacnione dall’altra; furono due città celebrate, la prima per il suo tempio d’Apollo, e la seconda per eswre doventata, nel progresso del tempo, la metropoli e la ròcca dei re Vtcedoni.
N. 21. i-nopi\)iTO hi (z.tfiir\c,) 6ià tf\c, TTaioviKns xal KptiaTwviKii<; r, T. X. i§ 184). E passando Serse per la regione Peonica e la Crestonica, ecc.
È reramente difficile a intendere perchè Serse scegliesse una via coti Innga e difficile per raggiungere la mHa della sua marcia, mentre le aveva innanzi un’altra tanto più naturale, tanto più agevole, tanto più corta. Bastava, infatti, che da Acanto egli traversasse la penisola di Calcide, e rimontasse la Crossoa, per trovarsi facilmente e brevemente alla prefissa m^ta di Terma. E invece che cosa fa? Girando «no stretto angolo al di sopra del lago Bolbe, attraversa tutta la Migdooia per quindi entrare nella Crestonia, posta a settentrione di <)aella e stondentesi fino al monte Cercine. Ma, giunto Serse a un certo punto della Crestonìa, dovette ripiegarsi a sud-ovest, percorrendo quella stretta linea che i Peoni (da non confondersi qui con <)aegli altri Peoni dello Strimone). occupavano lungo il corso dell’Axio in lopra alla città di Pella; per quindi volgere, dall’Axio inferioi’e, tovaoiente a sud-est verso la Migdonia, e raggiungere, finalmente, dopo tatto questo enorme giro, la mèta di Terma.
Volendosi trovare contultociò una qualche ragione ad un fatto cosi (trtDo, cosi inesplicabile, qualche commentatore dice che Erodoto, mUi citata narrazione della marcia di Serse da Acanto a Terma, non hi Tolnto fare altro che descrivere il grande arco segnato da una delle ali estreme dell’esercito persiano.
N. 22. Aplàyiivoi (ó orparò?) aitò Bip\ir\<; nóXio^ koI Tfì(; MuY^ov(^i;^ Vitpi Aub(«(l) T« noTOMoO koI ’AXidKHovo<;, o’i oiipiZouoi TÓv tiV ^BotliJa T€ Kol MaKtbovlba, ii; tiùutò ^^eOpov tò ùboip oumui(JTOVT«q
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t cui allofigiamenti (dell’esercito persiano) si distendevano lum/o ’a eoila del mare dnlla ritta di Terma e dal territorio iniijdonico Ano ai fiumi, detti, Lidia 4 Aliacmom, i quali confondendo a un ^«to punto le loro acque in un solo corso, separano la Bottiea ialla Macedonia.