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6 posciachè egli, alla testa di quattrocento Tebani, ebt occupata Platea.
234. Nel modo, dunque, da me narrato si combattè dai Greci al passo delle Termopile. Quindi Serse, fatto a sé venire Demarato, lo interrogò, dando principio ai suo discorso in questa maniera: Demarato. tu sei un valentuomo. E me ne certifica il fatto, che tutte le tue predizioni si sono rigorosamente avverate. Ma ora dimmi: quanti altri Lacedemoni si contano al mondo, oltre a quelli che ci sono venuti iucoutro; e dìratiii ancora quanti di questi altri eguaglino in virtiì belligera gli Spartani delle Termopile, se pure non mi dirai che gii uguagliano tutti? E Demarato a lui; Grande è senza dubbio, o re, il numero dei Laccdtjmoui, e molte sono le città che popolano il loro Stato. Ma per beue chiarirti di quanto tu vuoi conoscere, impara: che nella Laconia esisto una città principale col nome di Sparta, la quale è forte di ottomila uomini, per dir molto; ma questi uomini hanno tutti un valore eguale a quello mostrato da coloro che qaa sono venuti a combatterci. Laddove gli altri Lacedemoni (quantunque molto (irodi anch’essi) pur di merito non li arrivano. Allora Sersc tostamente riprese: In qual modo, dunque, o Demarato, noi potremo venire a capo di sottomettere, colla minor fatica possibile, questa gente? Orsù, me lo dici. Perdio tu sei stato loro re, e devi conoscer bene tutto il giro dei loro consigli.
235. Gli rispose allora Demarato in questa forma: Dappoiché, re, tu ricorri al mio parere con tanto studio, ò ben giusto che io ti dia in ricambio il miglior consiglio che posso. Ora il miglior consiglio che posso darti si è: