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43simo dove caddero: e tanto in onor loro, come in onore di quegli altri che avevano lasciato la vita sul campo, prima che seguisse la partenza dei Soci licenziati da Leonida, fu posta l’iscrizione seguente:
Contro tt’Aceoto qai miriadi ud giorno Quattit) mila pugnar Peloponnes!.
Così diceva l’iscrizione comune. Ma un’altra anche ne tenne posta a ricordo particolare dei Lacedemoni, concepita io questi termini:
Ospite, a Sparta riferisci come Qui Siam caduti ai detti suoi fedeli.
Una terza, finalmente, fu dedicata al vate Magistia, che diceva così:
11 monumento di Magialìa è qoesto. L’illustre vate, dello Sperchio al passo Da Medi estioto. E di sua morte certo, Di Sparta i duci disertar non volle.
Delle dette iscrizioni poi, e dei cippi che le portano, autori furono gli Anfìzioni, eccettochè per quel che spetta a Magistia. La cui epigrafe fu dettata da Simonide, figlio di Leoprepe, a titolo d’amicizia.
829. Fra i trecento Spartani che pugnarono alle Termopile, si fa speciale menzione di un Eurito e di un Aristodemo. I quali, se avessero voluto, potevano di comune accordo, o tornarsene sani e salvi a Sparta, dacché Leonida li avea congedati, e già stavano in Alpeno a curare la grave malattia d’occhi che li affliggeva; ovvero, non volendo tornare a casa, potevano tutti due insieme andare incontro, cogli altri compagni, alla morte. Ma dicono che, posti dirimpetto ai due suddetti partiti, non seppero intendersi fra di loroj e tirati piuttosto da diverse opi