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e altri più non restarono a fianco dei Lacedemoni che i Tebani e i Tespiesi soli. I primi però a malincuore, e per la violenza di Leonida che volle trattenerli a modo di ostaggi. Laddove per contro i Tespiesi rimasero di lor pieno e deliberato volere; protestando che non avrebbero mai abbandonato Leonida e i suoi compagni, e che sarebbero restati uniti con loro fino alia morte. Li comandava Demofilo, figlio di Diadroma.

223. Spuntato poi che fu il nuovo giorno, Serse fece le sue libazioni; e lasciato in mezzo un certo intervallo, egli assalì il nemico precisamente io quell’ora, che si chiama, di pieno mercato. Cosi governandosi secondo gli avvertimenti datigli da Efialtc. Imperocché la discesa del monte riesce sotto ogni aspetto più breve-, e molto più spiccia è quindi da quella parte la via alle Termopile, in paragone di tutto il giro e di tutta l’ascensione antecedente, I Barbari, dunque, guidati da Serse progredirono contro il nemico: e gli Eileni di Leonida, che ornai si consacravano a certa morto, si spinsero molto piìJ avanti di prima verso un punto piuttosto largo della gola. Non già che avessero per questo abbandonata la difesa del muro: ma nel mentre che ai giorni andati sempre h avanti al muro, e perù nel più angusto del passo, avevano combattuto; ora procedettero più all’aperto. E certo una delle conseguenze di questa mossa fu una maggiore uccisione di Barbari. Dappoiché i comandanti dei diversi manipoli barbarici spingevano innanzi i loro uomini a furia di staffilate. Onde molti precipitavano e si sommergevano in mare; altri in maggior numero erano calpestati vivi dall’urto dei sopravenienti, e nissuno si occupava di chi restava morto nello scom