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«Ile Termopile non costituivano altro che l’autiguardo dei
combattenti; ma di giorno in giorno si aspettava l’arrivo
degli altri confederati. Né era stata pretermessa l’attenta
guardia del mare, a cui provvedevano gli Ateniesi insieme
cogli Egineti e cogli altri popoli destinati al fornimento del
naviglio. Di eccessivi timori, per ultimo, mancare ogni
ragionevole fondamento; dappoiché l’aggressore della
Grecia non era. in fin de’ conti, un nume ma un uomo.
E non ci fu, né ci sarà mai essere mortale non sottoposto
60 dal suo nascere ai sinistri accidenti della vita. I quali
anzi sogliono più terribilmente colpire chi sta piìi alto.
Onde conchiudevano; che anche l’aggressor della Grecia,
come mortale, doveva prima poi discendere dalla sua
gloria. Dalle quali parole capacitati i Locri e i Focesi
inviarono senz’altro il loro soccorso ai Greci dalla parte
di Trachi.
204. Ai suddetti corpi di milizie convenute al passo delle Termopile, presiedevano altrettanti capi particolari quanti erano i popoli che le avevano mandate. Ma sovrastava a tutti per autorità della persona congiunta all’eminenza del grado, Leonida il Lacedemone, il quale ebbe a padre, Anassandride; ad avo, Leone; e come progenitori, Euricratide, Anassandro, Euricrate, Polidoro, Alesimene, Telecle, Archelao, Agesilao, Dorisso, Leobote, Ecbestrato, Agi, Euristene, Aristodemo, Aristomaco, Cleodeo, e finalmente Ilio figlio di Ercole. Questo Leonida occupò il regno di Sparta in un modo molto impensato.
205. Perchè avendo due fratelli di lui maggiori, Cleomene e Dorico, non poteva egli faro naturalmente che
Sioo, UltrU Srodoto, UI. 1