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a quella dei due re lacedemonici (30). Ma qui gli Argivi ci dicono, che non parve loro più tollerabile l’arroganza spartana: onde prescelsero di andare incontro all’ oppressione dei Barbari anziché cedere ai Lacedemoni. Talmentechè il senato ingiunse ai legati di Sparta di sgombraro dalla città prima del tramonto del sole, se non volevano essere trattati come nemici.
150. Io però fino ad ora non ho fatto altro che narrare le cose come gli Argivi stessile rappresentano. Ma corre anche un’altra tradizione per l’Eliade: che, cioè. Serse, prima d’imprendere la spedizione contro la Grecia, inviò un suo messaggere in Argo. Il quale, poi che fu là giunto, dicono che così favellasse: Argivi, il re di Persia vi manda a dir queste cose: Noi crediamo che quel Perse, da cui deriviamo, sia stato figlio di Perseo e nipote di Danae, nato da Andromeda figliola di Cefeo: sicché noi verremmo ad essere in effetto discendenti vostri. E quindi non è decente, né che noi moviamo guerra ai nostri progenitori, né che voi, per venire in altrui soccorso, vi mettiate in condizione di accamparvi contro i Persiani. Ma molto meglio invece sarebbe, se trovaste il modo di rimanere tranquilli a casa. E vi prometto che, se le cose mi succederanno prosperamente, nissun popolo mi sarà mai più caro del vostro. Le quali parole di Serse, dicono che andassero dritte al cuore degli Argivi; e dicono inoltre, che questi, a tutta prima, nulla promisero e nulla chiesero in mezzo al!o agitarsi della questione persiana. Ma posciachò furono invitati dagli altri Elleui ad entrare nella lega contro Serse, allora solamente (benché prevedessero benissimo l’opposizione che avrebbero incontrata nei Lacedemoni, misero innanzi quella loro pretesa della
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