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interpretate di tal maniera, come vi si predicesse una sconfitta degli Ateniesi presso Salamina, dato che eglino si fossero apprestati a combattere una battaglia navale da quelle parti.
143. Ma viveva in quel tempo dentro Atene un uomo, da poco tempo innalzato alle prime cariche dello Stato, e che aveva nome Temistocle, benché fosse più generalmente chiamato il Jtglio di Neoclc. Il quale uomo però si mise a sfatare come insussistente ed assurda Tinterpretazione generalmente data alle ultime parole dell’oracolo delfico, cosi ragionando: Se realmente queste parole riferir si dovessero ad Atene, mi pare evidente che Apollo non avrebbe usate espressioni così soavi. E invece di dire: diva Salamina, avrebbe esclamato piuttosto: miserabile Salamina; dappoiché presso a lei avrebbe dovuto avverarsi una strage dei suoi paesani. Ma, facendo giusta estimazione delle coso, gli è ai nemici del nome ellenico che devono riferirsi le predizioni di Apollo; non già agli Ateniesi. Onde riuscì Temistocle a persuaderli di apparecchiarsi ad una lotta navale; imperocché, secondo lui, a questo punto aveva mirato l’oracolo colla sua espressione del muro di legno, E intervenuta pertanto quest’aperta dichiarazione di Temistocle, gli Ateniesi trovarono l’opinione di lui molto più vera e accettabile di quella de^li altri interpreti. I quali dissuadevano il popolo da ogni apprestamcuto navale, o la somma del tutto riducevano in un completo abbandono di ogni maschio proposito. Cosicché gli Ateniesi, secondo loro, non avrebbero dovuto alzare neppure un dito contro l’oste nemica, ma esulare piuttosto dalla patria, o andare in cerca di nuova terra.