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medesima specie viventi in istato di naturale libertà, è un fatto dei meglio riconosciuti. La femmina del cinghiale dà una sol volta all’anno da 4 a 6 prodotti, mentre la troja domestica ha due parti nell’anno di 6 a 12 piccini per ciascuno. Il coniglio selvatico produce da 2 a 3 volte all’anno e dai 2 a 5 piccoli per volta, mentre il domestico dà un doppio numero di parti e di prodotti. La comune anitra selvatica non depone che dalle 10 alle 15 uova in una sola nidiata durante l’anno, mentre la medesima specie ridotta allo stato di domesticità produce annualmente fino a 50 uova. Una gallina comune può dare fino a 100 uova nell’anno, e più; ora per quanto poco si sappia della produttività di questa specie in istato di selvatichezza, si può presumere non oltrepassare essa la cifra di 30 uova nel corso di un anno. Le cause di queste differenze sono abbastanza evidenti. Agli animali domestici l’uomo stesso provvede in ogni epoca una quantità di nutrimento sempre eccedente le esigenze del puro e semplice sviluppo normale dell’organismo, e tempera le condizioni contrarie di stagione o di clima; gli animali selvatici, per lo contrario, sono astretti a procacciarsi da sè medesimi il nutrimento; sostenere a questo fine frequenti lotte colla natura stessa, sottostare alle privazioni periodiche portate dalla vicenda delle stagioni ed alle accidentali cagionate dalla intemperie.

È però necessario il riflettere che altro è stato di domesticità, altro stato di schiavitù degli animali; che se tutte le specie possono subire quest’ultimo, assai poche relativamente sono quelle suscettibili di vero addomesticamento. L’uno stato accresce come vedemmo or ora la fecondità degli animali, l’altro invece sopprime in essi se non l’attitudine a procreare, almeno l’istinto, del che ci convince l’osservazione comune.

Ad una funzione di così suprema importanza quale si è quella della riproduzione della specie, la natura ha destinato organi appositi, più o meno complicati per forma, numero e posizione diversi, ma sempre destinati quali a produrre le uova, ossia le masse germinali dei novelli individui; quali a produrre il seme, ossia l’elemento completivo e vivificatore dell’uovo. È noto generalmente come i primi costituiscano l’apparato femminile, i secondi l’apparato maschile.