Pagina:Delle cinque piaghe della Santa Chiesa (Rosmini).djvu/55

 
 
55


quello dell’intero corpo de’ fedeli. Così la chiesa de’ credenti operava siccome un solo uomo; e sebbene in quest’uomo il capo si distinguesse dalle membra, tuttavia non rifiutava i servigi delle membra, e non si recideva da sè stesso per voglia di esser solo, e da quelle indipendente. Indi è che i desideri de’ popoli designavano e i Vescovi e i Sacerdoti1; ed era troppo ragionevole che quelli che dovevano abbandonare le proprie anime (e quando dico le anime, dico tutto ciò che posso dire, parlando di popoli, ne’ quali è viva la fede) alle mani d’un altro uomo, sapessero che uomo egli fosse, ed avessero confidenza in esso, nella sua santità e nella sua prudenza2. Ma ove il Vescovo ed il Sacerdote già non ritenga di pastore che il nome, non sia più il confidente, l’amico, il padre de’ fedeli, che a lui con piena fiducia abbandonano non pur ciò che aver possono di più caro, ma sè medesimi; ove il clero si restringa alle formalità o alle materiali e determinate cerimonie di culto, reso, quasi volea dire, simile agli antichi Sacerdoti del paganesimo3; quando le cose di quella religione, che insegna ad adorare Iddio in spirito e verità, sono venute a questo termine; non è difficile allora che il popolo si sottometta a ricevere con indifferenza qualsivoglia pastore gli s’imponga, e che il diritto di eleggerlo passi d’una in altra mano, d’uno in altro padrone, come farebbe la proprietà di un terreno o di una casa. E si pronunzieranno invettive contro l’indifferenza pubblica in materia di religione? quando si esige pur dal popolo, e lo si educa in modo, ch’egli sia disposto a ricevere a suo Vescovo qualsiasi incognito e straniero personaggio col quale nè ha comunanza alcuna di affetti, nè viacoli di ricevuti benefizi, e le cui sante opere nè mai vide, nè udì tampoco per fama? Dio voglia che non ne abbia se non di sante! Ma l’esigere, e rendere il popolo indifferente ai propri pastori, non è il medesimo che renderlo indifferente a qualunque dottrina gli s’insegni, indifferente ad essere condotto per una o per un’altra via? Non è un esigere che non s’abbia più degli uomini bisogno d’aver confidenza ne’ ministri della religione, cioè che s’abbia rinun-

  1. Rimane ancora nel Pontificale Romano la cerimonia colla quale il Vescovo dimanda degli ordinandi se godano di un buon testimonio presso i fedeli. Ma deh che cosa ho detto, quando ho detto, che rimane una cerimonia!
  2. Origene nell’Omelia xxii sui Num, e nella vi sul Levit: dice che «nell’ordinazione del Vescovo; oltre all’elezione di Dio, «si ricerca la presenza del popolo, affine che tutti sien rassicurati, che si elegge in Pontefice il più eccellente e il più dotto che sia, e il più santo, e il più distinto in ogni virtù. Il popolo sarà dunque presente, perchè nessuno abbia a dolersi, e che sia tolto ogni scrupolo.»
  3. Un tale concetto del sacerdozio pur troppo prevale: si crede, o si affetta di credere che le funzioni del cristiano sacerdote tutte si limitino dalle mura materiali della Chiesa!! Ecco in che modo parlava poco fa il sign. Dupin seniore nella camera de’ deputati di Francia (seduta del 23 febbraio 1833): J’ai le plus profond respect pour la libertè du prêtre, tant qu’il se renferme dans ses fonctions: si cette liberté était attaquée, je serais le premier à la défendre; mais que le prêtre se contente du maniement des choses saintes, et qu’il ne sorte pas du seuil de son éclise: hors de la, il rentre pour moins dans la foule des citoyens, il n’a plus de droits que ceux du droit comun. È questo il prete cattolico? è il prete istituito da Gesù Cristo questo di cui si parla? Ma dove mai Gesù Cristo ha rinserrato il sacerdozio entro le mura della Chiesa? Oh non gli ha detto: «Andate predicate a tutte le genti?» non gli ha detto: «Voi siete il sale della terra?» Quando ha parlato di templi materiali il divino Fondatore detta Chiesa il quale ha insegnato che «i veri adoratori adorano il Padre in ispirito e verità» E non ha dato al sacerdote la facoltà di sciogliere e di legare? forse solo dentro le chiese? allorchè gli ha comandato di annunziare la verità dal di sopra de’ tetti, allorchè lo ha invitato dicendo: «Come il Padre ha mandato me, così io mando voi:» allorchè gli ha ingiunto di portare il Vangelo nel cospetto dei tiranni e dei dominatori della terra, metteva egli allora quegli stretti limiti al sacerdozio cristiano, di cui lo circonda il sig. Dupin? Ma l’ignoranza, o i pregiudizî del sig. Dupin sono in certo modo scusabili, poichè sono l’effetto di tutto il tristo sistema delle cose pubbliche, e degli imbarazzi creati dalla politica alla Religione.