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role episcopali, colla prostituzione del Vangelo e di tutte le forme della pietà1. Oh Dio! non recito non mere possibilità: di tutte le cose che ho detto, gli orribili esempi sono pur nella Storia! Vi stanno scritti a caratteri sì saldi e indelebili, che tutte le amarissime lagrime della Chiesa, e tutto lo strofinamento de’ secoli, non ne li potranno mai più scancellare!

67. Un fine della Providenza in far sì che la potestà ecclesiastica acquistasse grande influenza ne’ politici reggimenti, fu certo quello di costruire de’ mediatori pacifici fra i governanti ed i governati, fra i deboli ed i forti; acciocchè la Chiesa, dopo aver insegnato per sei secoli ai primi la sommissione e una mansuetudine senza esempio; insegnasse altresì ai secondi a mitigare l’uso della potenza, ed umiliasse anche questi sotto la Croce, e per la Croce sotto la giustizia; e così fosser cangiati da arbitri delle cose umane, in ministri del popolo di Dio per essa giustizia e per la beneficenza: e questa incumbenza della ecclesiastica potestà, questa nobile missione della Chiesa del Cristo, fu da lei esercitata colla bocca di tanti Vescovi che parlarono la verità e, come dice la Scrittura, i testimoni di Dio in cospetto de’ re, i quali Vescovi anche nella perversione di un gran numero di loro fratelli, non mancarono mai. Questi contrapponendo i loro petti episcopali ai primi feroci loro risentimenti, ne ruppero l’impeto: calmati poscia i subitanei furori, li resero atti a conoscere l’esistenza di una potenza morale, ben altra da quella puramente materiale che essi possedevano; pacifica potenza, e piena di mansuetudine, ma che non richiede meno che di essere la direttrice, la giudicatrice della forza bruta; e questa inaudita potenza era l’evangelica legislazione, dalla qual sola ebbero origine tutte quelle lotte, soggetto di tante dicerìe e di tante calunnie, e pur così ammirabili, così generose, che sostennero co’ monarchi in favore de’ popoli i Pontefici del medio evo, e che portarono al mondo per risultamento una tutta nuova sovranità, una tutta nuova monarchia, la monarchia cristiana. Così l’Eterno disponeva che il governo feroce dei signori della terra si modellasse a quello pacifico dei Vescovi della Chiesa, e che cessassero d’essere nel mondo cristiano degli schiavi, appunto perchè la Chiesa di Cristo non ha che dei figliuoli; che cessasse d’avervi un potere arbitrario, appunto perchè la Chiesa non ha che una potestà santa e ragionevole; che cessasse finalmente d’esservi pochi uomini a cui i molti fossero de’ puri mezzi, appunto perchè la potestà della Chiesa non è che un ministerio e un servigio che i pochi prestano ai molti, sacrificando sè stessi al bene degli uomini fatti lor prossimi. Iddio ottenne tutto ciò pel Cristo: l’ottenne ne’ fatti, e dove i fatti mancarono, l’ottenne nel giudizio pubblico grave sui prevaricatori non abbastanza difesi in contro a questo dalla loro potenza. Conciossiachè le massime evangeliche entrate in tutte le menti, divennero gli elementi di un nuovo senso comune che fa giustizia de’ monarchi, e la fa con quella severità che non si vide mai altro che ne’ popoli cristiani. Ma questa nobile missione del Clero cattolico è consumata: il periodo della conversione della società finì nel secolo xvi. Oggidì tutto mostra che si prepari una nuova Epoca alla Chiesa, che ha lavorato gli ultimi secoli a racconciare i più minuti suoi danni. Perocchè un Clero reso servo e adulator vile de’ principi, non è più un mediatore fra questi ed il popolo che lo rigetta; e nascono allora de’ tempi simili ai nostri, in cui tutto è irreligione ed empietà. Il potere ecclesiastico è allora slogato; egli non istà più in mezzo al potere legale de’ Re, e al potere morale dei popoli; ma assorbito dal primo, non è più che il primo medesimo, che da quell’ora

  1. Basta leggere la Storia di Cristierno tiranno di Svezia, e de’ Vescovi suoi adulatori, per convincersene. La Chiesa dee pur troppo la perdita di quella nazione a tali prelati! E si può dire il simile della Germania e dell’Inghilterra.