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le massime e lo spirito è quel medesimo che fu nella repubblica Veneta degli ultimi tempi; ne’ dominî della quale i Vescovi erano tutti cadetti delle case patrizie; ch’ebbero per avventura vocazione all’episcopato prima di nascere; cioè che prima di nascere furono condannati all’episcopato da uomini ingordi, crudeli, prosontuosi; i quali a compenso di quella condannazione dispensavano poi il pastore della Chiesa di Gesù Cristo da’ suoi sacri doveri, e di buon grado gli consentivano di condurre in una oziosa ignavia una vita dissipata. È egli fra tali Vescovi, che si può aspettarsi di trovare la carità maggiore e la fortezza, e quell’unione intima veramente pastorale, che nasce da uno zelo comune per la prosperità della Cara Sposa, la Chiesa, e da una sapienza che sente d’ingrandirsi e di fortificarsi colla consensione delle massime e coll’uniformità della condotta?

63. Degli uomini, ne’ quali è un solo pensiero, quello di far progredire l’uman genere verso la verità e la giustizia, e che non hanno, fuor di quest’uno, altro interesse, ben facilmente si stringono in fra loro co’ nodi della più sincera amicizia, e intima corrispondenza. La verità è universale e immutabile; e quella unione che ha per oggetto questo bene divino, non può a meno di essere anch’essa universale, non limitando il numero de’ suoi membri; come altresì avendo questo bene divino per vincolo, ella non può a meno di essere stabile e permanente, senza cessare per vicenda, nè allargarsi in mezzo al cangiamento pur di tutte le circostanze esteriori della vita. Tale era la fratellanza de’ Vescovi antichi, che aveva ad oggetto e a nodo l’evangelica verità, e Dio stesso a fondamento. Ma ove l’animo dell’uomo si volge a’ beni terreni, e se ne propone a fine il godimento, e per conseguente altresì la conservazione e l’aumento; egli non è più libero, non è più consegrato esclusivamente a quel bene sommo, che può esser di tutti senza che venga meno a nessuno, e che non riceve il prezzo dalle cose esteriori e mutabili, ma lo ha in sè solo immobilmente. L’uomo allora è vano: non può più formare una società veracemente leale, e di perpetua e indissolubile amicizia con altri uomini. La sua società non può essere altro mai che condizionata alle circostanze; sieno pure quali esser si vogliano le formalità esterne, sieno quali esser si vogliano in un tempo o nell’altro i segni convenuti di parziale affezione: l’unione ha tuttavia sempre un limite sottinteso, è accompagnata sempre di timori e di cautele, dee andar fornita di molte riserve, che incredibilmente la indeboliscono e le fanno del tutto cangiar natura. «Se, con chi, come, quanto, e fino a tanto che l’unione non nuoccia all’interesse preso di mira, che è l’oggetto, o almeno la condizione della unione medesima:» ecco quante formule sottintese. Ove adunque i Vescovi ricchi e possenti non sieno perni straordinarî di virtù, ma più tosto di quel genere d’uomini, i quali mirarono forse tutta la vita in una pingue Sede come in loro sospirata beatitudine, che ne avverrà? Che s’aspetterà da questi apostoli? Qual dubbio che la loro sollecitudine avrà per confine il loro avere e temporal potere? Beati nella temporale loro sufficienza, non mai gran desiderio potranno sentire di mantenere una spirituale corrispondenza cogli altri Vescovi: chè, assorbiti in materiali affari, non avanza lor gran tempo nè voglia da tener vivi simigilanti ecclesiastici carteggi, che pure richieggono altra disposizione e tempra d’animo, ed altro genere di studî; o se per miracolo procacceranno di conservare una qualche unione e corrispondenza, certo questa riuscirà impacciata da tutte quelle pastoie sopra espresse del modo, delle persone, del grado e del tempo, in una parola, del non provare alcuno sturbo a’ loro agi, o alcuna noia alla loro quieta beatitudine, o alcun pericolo di minorazione alla loro secolaresca grandezza.

64. La storia della Chiesa dimostra ancora, che i Vescovi venuti in possesso di signorie, furono inimicati fra loro, e implicati in fazioni, in guerre, in tutte le orribili discordie che hanno agitati i popoli de’ secoli interi, discordie atroci contro l’umanità, fatali a quella Chiesa che è fondata nell’amore, come pure