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sissimi del regno eroicamente da lui conquistate. Indi venne quello che era ben da aspettarsi, che i capi delle nuove azioni figlie del Vangelo mostrassero di sentire in sè stessi tutta la forza di quella Religione, che costituiva i loro nuovi Stati, e consecrava le loro nuove corone, e quindi dessero a vedere in sè stessi degli esempj inauditi di cristiana virtù: e questo spiega il perchè nel medio evo fosse un tempo in cui regnavano quasi altrettanti santi illustri, quanti erano i sovrani sui troni d’Europa, agli occhi de’ quali l’esser figlio, l’esser tributario alla Chiesa, era la gloria più bella: e il come sapere e poter temperare la potenza per sè feroce colla mansuetudine del Vangelo raccolto avidamente dalla bocca de’ Vescovi, onde attingevano altresì l’equità delle leggi e la pietà splendida delle loro regali operazioni, era un assiduo studio, un’occupazione dell’intera vita. Ma questo mostra altresì ragione perchè, mentre i regi erano sulla via della santità, il Clero per l’opposto era su quella della corruzione, dove in fine miserabilmente fu rovesciato.

31. Il Clero, che avea cominciato con dolore e con lagrime a ravvolgersi fra gli affari temporali, e a vedersi intorniato delle spoglie del secolo che venia meno; cominciò ben presto, come è la condizione della umana natura, ad affezionarsi ad esse e nelle occupazioni sopravvenutegli, alle quali era nuovo e non ancora scaltrito, per così dire, a sapersi guardar da’ pericoli che menavano seco, egli dimenticò a poco a poco i mansueti e spirituali costumi proprii del governo pastorale; e apparò, ahi troppo bene! la ferocia e la materialità de’ profani reggimenti: si piacque di ravvolgersi co’ nobili, e ne prese ed emulò i modi: e da quell’ora dispiacque a lui la mescolanza di sè col pusillo gregge di Cristo; da quell’ora ebbe a sue occupazioni più care le politiche ed economiche amministrazioni, ed essendo a lui più chiare, non penò a persuadersi cogli argomenti sofistici, che non mancano mai alle passioni, che quelle erano anche le più importanti per la Chiesa. Allora i Vescovi si disaggravarono sopra il Clero inferiore dell’istruzione del popolo e delle cure pastorali, divenute un fardello molesto, o certo incumbenze di second’ordine, e indi nacque l’istituzione delle parrocchie, che nel secolo X si cominciarono a introdurre anche nelle città sotto gli occhi del Vescovo: indi le abitazioni vescovili cessando d’essere accademie floride di sapienza ecclesiastica e di santità per giovani alunni crescenti alle speranze della Chiesa, si convertirono in altrettante corti principesche rigurgitanti di militari e di cortigiani; e non più lo zelo ardente ed apostolico, e la meditazione profonda o l’esposizione degli eloquii divini formò il decoro di quelle case; ma loro somma lode fu il vedervi un qualche freno dato alla militare baldanza, ed una mediocre scostumatezza. E la cura pastorale de’ popoli fu così insensibilmente abbandonata quasi del tutto al basso Clero a tale, che un po’ alla volta i Parrochi negli occhi de’ popoli divennero i pastori, e si dimenticò che fosse pastore il Vescovo1, quegli che veramente per istituzione di Cristo è il solo Pastore. Il basso Clero poi, ed i Vescovi venendo ad avere in tal modo occupazioni di genere diverso e presso che contrarie fra loro, si divisero sempre più insieme: cessò la consuetudine della vita comune, gl’in-

  1. Quindi, come fino al tempo di S. Gregorio, quando si diceva la Scienza pastorale, s’intendeva la scienza dei Vescovi; così ne’ nostri Seminari, dove s’insegna la Pastorale, si vuol intendere con questo nome la scienza de’ Parrochi; ed il Vescovo non è per poco nè pur nominato in que’ libri di Pastorale. Ma questo pigliare il nome di Pastore assolutamente per significare Parroco, ad esclusione del Vescovo, trae principalmente origine da’ Protestanti, i quali hanno annientato l’Episcopato, perocchè questo avea in gran parte deposto i segni a cui essere riconosciuto per istituzione di Cristo, cioè le incumbenze dategli da Cristo; e quindi l’ignoranza del popolo perdette l’idea de’ Vescovi: e quest’ignoranza fu principio e fondamento all’errore de’ Protestanti, che si divisero coll’eresia della Chiesa.