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ha 44 Biblioteche composte in gran parte di libri popolari. Melbourne, capoluogo della colonia Vittoria, fino dal 1853 ha una Biblioteca in parte fissa, in parte circolante, con 50,000 volumi e molte opere italiane in doppia copia, originali o tradotte; essa è ordinata con norme liberalissime e frequentata da molte donne e fino da 400 lettori al giorno1.

Ma la patria veramente delle Biblioteche popolari è contrastata alla Scozia dalla industre Olanda, questa popolazione paziente debellatrice dell’Oceano che secondo le famose carte del Manier non ha che tre analfabeti per 100 abitanti! Infatti Giovanni Nieuwenhuizen fondava a Monikedam nel 1784 una filantropica Società col titolo: Tot nut van't Algemeen, ossia Società per il bene pubblico, composta di 15,000 soci: e questa diede all’Olanda in breve volgere di tempo 266 Biblioteche popolari e un gran numero di scuole in ogni città.

In Scozia non si ha traccia di Biblioteche popolari che all’ottobre del 1821 e il nome di Leonardo Homer va per il promotore di esse nelle scuole degli artigiani (Mechanic’s Institutions) di Edimburgo. Manchester ne imitava il bell’esempio nel 1824, sicchè la Gran Bretagna nel 1860 aveva 700 di queste istituzioni con 120,000 associati: ivi le Società cooperative concorrono alla compra di libri popolari e quindi i soci ed i clienti che vi prendono le vettovaglie richiedono ed ottengono anco il libro che scivola quasi

  1. Queste notizie sull’Australia riferirono i socii Amati e Cantù all’Istituto Lombardo. V. Atti, 2° semestre 1868.