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italiana, la virtù della Confederazione dà all’America le migliori libertà. Più durevole ancora si manifesta in un campo morale, com’è quello dell’istruzione e dell’educazione; allora essa è leva potente che redime e rinnuova, crea e feconda.
Il governo e il comune sono provvidenze sociali che non possono occuparsi di tutte le più minute creazioni del bene; queste dipendono dalla spontanea concorrenza di tutte le forze vive del corpo civile e delle libere intelligenze che s’associano per produrle.
Egli è un campo libero, aperto a tutti, anzi vi è lavoro per tutti, e per poco che la concordia degli sforzi si effettui, le traccio della decadenza si cancellano, i giorni della libertà inaugurano i giorni della ricchezza.
Questi principii furono intesi fra noi. Corsero già 7 anni ed eravamo un sol gruppo di pochi amici convinti d’un pensiero che l’unione fa la forza, e che per potere ciò che si vuole, bisogna prima rassegnarsi a volere ero che si può.
Che cosa volevamo noi? Chiamar tutti senza distinzioni di classi all’opera caritatevole di propagare l’istruzione col mezzo del libro, destinandolo a formare la cultura intellettuale del popolo in continuazione della scuola. Colla forza della perseveranza e della concordia si vide prosperare la nostra impresa e portare resultati che mai si sarebbe osato sperare. Questi resultati vi sono ben noti, ed io non abuserò certo della vostra indulgenza intrattenendovi sui medesimi.
Intanto la nostra idea lanciata là senza pretensione come a forma d’esperimento, colla pub-