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tesimi equivalente al valore del libro che si lascia estrarre dalla libreria; ma eziandio per altro motivo più alto e più morale; quello cioè di persuadere il popolo a non aspettarsi ad avere gratuitamente quello ch’egli si può procacciare da sè. La carità si serbi all’invalido, al povero; l’artigiano, che ha la coscienza di bastare a sè ed alla sua famiglia, non ne ha di bisogno. Cotesto sentimento di dignità si fomenti anzi nel popolo; chè non si ha modo migliore di renderlo morale e civile. La gratuità ha già fin troppo nociuto all’insegnamento popolare svilendone il valore; impediamo ora che non renda ancora illusorio il vantaggio delle Biblioteche popolari. Il Municipio di Genova, dacchè pose fra le condizioni d’ammissione alle scuole serali il deposito di una lira, ottenne che le lezioni fossero con maggiore assiduità frequentate e se ne riportasse maggiore profitto. Altrettanto si avrà obbligando ciascun lettore al deposito di pochi soldi. — Se questo avesse praticato quel benemerito Municipio, la sua Biblioteca, annessa alla scuoia tecnica serale, avrebbe dato maggiori frutti; si sarebbe potuta convertire in circolante. Chè una Biblioteca è popolare principalmente a questa condizione.
Dal registro de’ lettori e de’ libri trarremo preziosi dati statistici intorno ai lettori ed ai libri che sono letti preferibilmente. Si faccia un modulo semplice e lo si prescriva eguale per tutte le Biblioteche. Questa statistica dirà più che non dicano le statistiche delle scuole e degli scolari.
Il tempo da assegnarsi per la richiesta de’ libri e la loro restituzione dovrebbe essere quel breve spazio di tempo che precede o sussegue la lezione serale o la domenicale.
Crediamo di avere toccate le questioni più importanti intorno a questo argomento, ed in sul principio speravamo che i giornali pedagogici avrebbero cooperato con noi a