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di ciascuna di esse. Indi tanti libri staccati ed indipendenti l’uno dall’altro sopra le regioni singole. Quali libri più istruttivi e più interessanti di questi? Ora che la coscrizione chiama sotto le anni tutti i giovani italiani e gl’incorpora promiscuamente ne’ reggimenti senza badare al luogo d’origine, e sono poscia trasportati da un capo all’altro della penisola, qual libro può destar maggior interesse e al coscritto e alla famiglia di lui quanto quello che contenga la descrizione del paese nel quale egli si trova? Qual cosa più utile che il conoscere i pregi e, diciamolo con parola nuova ma necessaria, le risorse varie onde si distinguono tra loro le diverse contrade della patria nostra? Sarebbe piacevolissimo quel libro, a mo’ d’esempio, il quale descrivesse la Sardegna non per gli eruditi, come il bellissimo viaggio di Alberto La-Marmora, ma, insieme ad un po’ di statistica degli abitanti e de’ prodotti, dicesse quanto di più potrebbe quella bell’isola produrre, se si mutassero alcun poco certe abitudini de’ Sardi. Non potrebbe questo libro far sì che taluno di coloro che aspira ad emigrare in America, cangiasse pensiero e si accontentasse di emigrare in Sardegna? Così parimenti un libro che pigliasse a subbietto i mari che bagnano le coste dell’Italia, non potrebbe rendersi interessante e piacevole? Ciò che vorrei assolutamente bandito da cotesti libri sarebbe la storia e l’archeologia, le quali discipline giovano pochissimo al popolo, che non ha tempo da spendere a filosofare, ripeterò col Leopardi.

La storia che piace e che giova al popolo si è quella che trovasi incarnata nella biografia d’un uomo o degli uomini che uscirono dalle sue file, e si alzarono in grande riputazione coi proprii sforzi. Di questi libri io tengo come modello l’Aiutati di S. Smiles. Un Plutarco per gli uomini di campagna ed un altro per gli artigiani potrebbero fare