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vano messe a disposizione degli operai loro soggetti formavano per questi una specie di privilegio. Bisognava perciò rendere le Biblioteche accessibili al più grande numero di lettori. Il primo segnale del movimento partì da un angolo remoto della Francia, dal pastore protestante signor Bretegnin, il quale fondò un giornale trimestrale intitolato l’Organo delle Biblioteche popolari, per incoraggiarne e facilitarne lo stabilimento. Colpito da questa idea il signor Giovanni Macé di Beblenheim, si accinse a dare un esempio del quale potesse giovarsi l’Alsazia, e, se fosse possibile, tutta la Francia. Nel mese di dicembre 1862 egli stabilì una Biblioteca pubblica nel suo piccolo comune. Questa Biblioteca si componeva in sulle prime di dodici volumi, sul dosso dei quali egli aveva fatto imprimere a caratteri d’oro la leggenda: Biblioteca comunale di Beblenheim. Con questi dodici volumi egli se ne andò diviato dal podestà del paese (maire). Tra loro due scelsero fra gli abitanti del paese coloro del cui concorso non potevano dubitare, e la commissione provvisoria della futura Biblioteca si trovò costituita1.

Il sig. Macé ed i suoi nuovi colleghi si misero in relazione colla Società Franklin, sedente a Parigi, per domandare il concorso di essa e l’aiuto per fondare Biblioteche consimili nei comuni vicini.

Tali furono i cominciamenti della Società delle Biblioteche comunali dell’Alto Reno. Il sig. Macé, con un’attività ed uno zelo superiore a qualunque elogio, mise in movimento tutta l’Alsazia. Nel breve spazio di pochi giorni si raccolsero più di ottocento firme di coloro che formarono il nucleo dell’associazione. Bisogna anche dire che trovò

  1. Compendiamo queste notizie dalla bella opera del sig. Eugenio Véron: Les institutions ouvrières de Mulhouse et ses environs.