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tigiani della regione. Il sapere varrà per dichiarare se un libro è immune da errori; ma ciò non basta, vuolsi pure che sia accomodato al grado di cultura di questa o quella provincia.

In secondo luogo cotesti giudizi sieno pubblici, e resi autorevoli dalla conoscenza dei motivi su cui sono fondati, ed inoltre sieno accettati dai Consigli municipali, provinciali e regionali, se col tempo vi saranno.

Lo stesso consesso d’uomini determini quali libri sarebbero a farsi, s’invitino gli scrittori a scriverli; quali sarebbero a tradursi, quali fra gli antichi si potrebbero correggere ed emendare per ringiovanirli ed accomodarli al gusto ed alle esigenze della nostra età.

Il Sacchi non vorrebbe seguitato il riparto del sapere popolare proposto nel catalogo normale delle Biblioteche dell’Alsazia; egli darebbe la preferenza al principio di classificazione che si tenne nell’ordinare la grande Biblioteca di Milano, nella quale i libri vennero distribuiti secondo il metodo di Bacone, cioè per rispetto alle tre grandi relazioni che essi hanno colle facoltà conoscitive dell’uomo, che sono la memoria, la fantasia e l’intelletto. Sotto la prima facoltà si registrano tutti i libri che sono destinati a ricordare i fasti dell’umanità; nel regno della fantasia stanno i libri di letteratura e di estetica, e finalmente si riferisce all’intelletto tutto ciò che è prodotto della riflessione, appartenga esso al mondo morale, all’ideale od al fisico1.

Certo è che un buon catalogo deve cominciare da una sintesi semplicissima ed evidente. Ma sgraziatamente temo che presso di noi sarà questione per molti anni oziosa

  1. Vedi Sacchi, Memoria citata, inserita negli Annali universali di statistica, fascicolo di luglio 1866.