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di libri, e quanto non gioverebbe che gl’impiegati avessero modo e tempo per raddrizzare le loro idee? Chi non vede la necessità e l’importanza di contribuire, anche in cotesto modo, alla loro educazione? Qualcuno dice: Date ai giovinetti soltanto libri serii. E perchè? Se dopo aver assistito alle sue lezioni, dopo aver studiato quello che deve, un giovinetto cerca nell’amena lettura d’un libro onesto un utile passatempo, si metterà fuori della porta, affinchè corra le vie della città e affronti tutti i pericoli e i vizi, figli dell’ignoranza e dell’ozio? No, fa di mestieri che vi sieno Biblioteche destinate unicamente per loro, e che queste contengano, scelti colla massima cura, soltanto quei libri che a loro possono essere necessari, o in qualunque modo profittevoli. Di questi ultimi la storia della letteratura popolare ne ricorda diversi, che esercitarono grandissima influenza, quantunque in sulle prime non si giudicherebbero tali. Chi non sa, per citare un esempio, che le avventure narrate dal Foe nel celebre romanzo intitolato il Robinson Crosué, letto avidamente negli anni giovanili, bastarono a svegliare in alcuni paesi l’universale ammirazione per le imprese ardite, a destare in molti il desiderio, nell’età matura effettuato, d’intraprendere lunghi e pericolosi viaggi, di conoscere lontani paesi e di visitare inesplorate regioni? Fa di mestieri inoltre che il personale di queste Biblioteche si educhi alle speciali e non facili esigenze di questo servizio, che esso stia in continue relazioni coi giovanetti, possa servir loro di guida intelligente, sappia guadagnarne la fiducia, l’affetto e la stima. Nelle grandi Biblioteche ciò è assolutamente impossibile. Esclusi i giovinetti, basterebbe, volendolo, richiedere uno speciale permesso pei libri di frivolo argomento e per gli erotici; ma se pure uno di questi libri càpiti in mano del lettore, il male non assumerebbe poi un carattere di molta gravità.