Pagina:Delle Donne - Burocrazia e fisco a Napoli, 2012.djvu/60

Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo

stri Razionali, come quello del 13 gennaio 1369 diretto «a tutti i Secreti, Giustizieri e Massai del Regno», riportato in Del Giudice 1031:

«Volumus et mandamus [...] ut introitimi et exitum totum et integrale vestri officii tam pecuniarum quam victualium animalmm rerum quarumlibet aliarum [...] in registris tam camere quam dictorum Rationalium registrentur [...].»

È evidente che i re angioini per un migliore controllo delle entrate e delle uscite vollero un ufficio che lavorasse più stretto alle loro esigenze e più legato alla loro specifica volontà 102. Di questo ufficio, a sentire il Toppi, si parla esplicitamente in vari documenti fin dal 1295:

«Tribunal [...] appellatum fuit Curia Summariae an. 1295 et 1346. B. fol. 240 a t. et fol. 29. Regia Camera an. 1310 et seq. A. 120. Regia Audientia Summariae rationis officialium Regni an. 1345. C. 281 a t. Summaria in Reg. an. 1346 C. 262 n. 1053

Il Toppi, sulla base di diversi privilegi che ritrovava nel registro privilegiorum regiae Siclae e che riprendeva quasi alla lettera, afferma anche che l’ufficio assunse con re Roberto il nome Camera Summariae rationis

«quia summarie tantum, et per bilanciam, ac per breve levamentum ibi corrupta dispurgebantur 1064

Ricorda quindi sulla base di un privilegio di re Roberto che all’interno della Sommaria avveniva il primo esame della correttezza dei conti, che erano poi trasmessi ai Maestri Razionali per l’analisi conclusiva:

«omnes Iustitiarii et alii pecunias fiscales exigentes intra certuni tempus ponant compotum de exactis per eos tam summarie in Camera nostra, quam deinde finaliter coram Magistris Rationalibus Magnae nostrae Curiae 1075

Non diversamente, una lettera di re Roberto del 16 maggio 1330 recita:

«nos igitur, quia visis et examinatis diligenter primo in camera nostra, summarie, per deputatos ad id et demum, finaliter, coram magistris rationalibus magne nostre curie6»

58

  1. Del Giudice, Codice diplomatico, II/II, pp. 7 sgg.
  2. Lo Sthamer, Originai, riferisce a p. 85 di un mandato dell’ll aprile 1272 con cui si ordina ai «doanerii et fundicarii Trani» di dare al registratore il danaro per l’acquisto di carta «prò faciendis registris per eum prò parte comitis camerarii quam magistrorum racionalium». L’ordine è poi ripetuto il 15 maggio per i doganieri e fondichieri di Napoli «prò faciendis registris per eum prò parte comitis camerarii, quam per registratorem magistrorum racionalium». Le funzioni di controllo contabile espletate dalla Camera trovano conferma nel testo di legge del 10 giugno 1282 edito da Trifone, La Legislazione, p. 83 sg.
  3. Toppi, De origine, TV, p. 143 sg.
  4. Ivi, p. 150.
  5. Ivi, p. 151.
  6. Schulz, Denkmàler, TV, p. 151, nr. CDVIII. Sulla figura dello Schulz si veda Lucherini,