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Introduzione


Le notazioni contenute nel Repertorium soddisfano svariati e molteplici interessi; esse sono numerose e sorprendenti come numerose erano le attribuzioni della Regia Camera della Sommaria, che andavano dall’organizzazione e dalla verifica contabile, al contenzioso giudiziario. Non meraviglia quindi la presenza di informazioni relative a investiture di feudi e a successioni feudali, a fedeltà di feudatari e a ligio omaggio, a relevi, al pagamento sostitutivo del servitium cui i feudatari erano tenuti (adoa o adohà), a devoluzioni di feudi, a benefici ecclesiastici; a uffici vendibili; a castelli regii e alla loro difesa e approvvigionamento; a tratte, gabelle, dazi e ai loro appalti, generalmente chiamati arrendamenti; a miniere, strade, ponti, passi; a funzionari regi; alle varie dogane e portolanati e alla Zecca. Particolarmente numerosi sono poi i riferimenti alla Dogana di Puglia, di cui sono riportate le norme che la regolavano, e alle città franche, ai giorni di fiera e al focatico.

Non è da credere tuttavia che ogni notazione del Repertorium sia ispirata a fredda esigenza di ordine e di sistemazione di tasse, uffici, arrendamenti. Alcune note possono indurre a dubitare di una loro immediata utilizzazione a fini burocratici. Certo, a uomini pratici della molteplicità dei giudizi e dell’infinità dei riferimenti a eventi e a fatti singolari nel corso dei processi dovettero sembrar utili certe notazioni. Ma si ha l’impressione che talvolta alcune trascrizioni dovettero imporsi sotto la spinta della commozione e del turbamento che dovevano suscitare eventi grandi e dolorosi.

Il ricordo di Francesco Coppola conte di Sarno - di quest’uomo che, anche se di nobili origini, dalla condizione di modesto mercante seppe elevarsi a cittadino di grande rango, partecipe dei segreti del re e suo collaboratore, per poi cadere in improvvisa disgrazia, certo per errori a cui lo indussero la stessa sua straordinaria ascesa 271 - nel Repertorium è frequente 282, ma un tratto è quello che ci ferma, perché è chiaro che l’estensore delle note ha meditato e vuol far meditare sulla cosa. A c. 30 troviamo:

«Admiranti per ribellione de Antonello Sanseverino prencepe de Salerno in lo anno MCCCCLXXXVI fo concesso al conte de Sarno ad eius vita decursum, in lo quale privilegio de poi che re Ferrante lo firmò ’nce fé quattro versi de mano sua, videlicet: Per la singulare fede et amore che ne aveti portato, et portati, et per li grandi et infiniti servitii che avete prestato in beneficio dello stato nostro, iudicamo che voi conte meritati maggiore grafia et dignità che la presente, et cossi speramo con el tempo devervela concedere. Et depò fo squartato perché ne fè lo contrario.»
  1. Cfr. Schiappoli, Napoli, pp. 155 sgg.
  2. A c. 4 due volte: perché nel giugno i486 fu admirato e conte di Cariati «in perpetuum cum mero et mixto imperio» e perché nello stesso i486, 8 ottobre, «sue case confiscate a la Corte e dapo’ per Re Ferrante primo date al magnifico Giovanni Lanfredino fiorentino». Altre menzioni alle ce. 45U e 49V35

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