Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo |
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giri) 51. Anche se la prima mano mostra una rotondità che sembra in qualche
misura richiamare un aspetto tipico della mercantesca, in entrambe le grafie si manifesta predominante l’influenza dell’italica. Tali influssi si colgono
analogamente nelle forme alternative di singole lettere. La s alterna una forma
bassa con legamento a sinistra, all’interno o in conclusione di parola, a una alta
sopra il rigo (ma nella mano B anche sotto il rigo), senza legamenti e con un occhiello appena abbozzato, in inizio di parola; anche la r alterna alla forma
corsiva diritta che lega per lo più a sinistra una r tonda con doppio legamento.
Sono presenti inoltre la e in doppio legamento e i legamenti eh e th, privi della parte inferiore della h; la h è nondimeno priva della sua parte inferiore anche
quando non è in legamento. La mano A presenta una d la cui asta tende a
richiudersi in alto a sinistra in un occhiello che può esser prolungato oltre la stessa asta in un legamento sinistrogiro; l’occhiello inferiore non sempre è chiuso, e tende talora, dopo breve parabola, ad aprirsi a sinistra. La stessa
grafia presenta inoltre una g dall’occhiello rovesciato a destra. La mano B è più
ricca di svolazzi, prolungamenti di aste e occhielli artificiosi; numerose le aste uncinate della d, della l, della h, della b; l’asta della p e talvolta quella della i
presentano, orizzontalmente rispetto alla loro estremità inferiore, un occhiello
schiacciato e prolungato in uno svolazzo.
La predominanza dell’italica è rivelata anche dall’uso di scarsi e regolari
segni di abbreviazione, alla cui intelligibilità contribuisce l’uso di letterine
sovrapposte. Tale affermazione è confortata dall’uso rilevato nel testo di Cam.
con re esponenziale per Camere, di M. con te, atis, ti, tem, in esponente,
rispettivamente per Maiestate, Maiestatis, Maiestati, Maiestatem. Ricorrono
inoltre noie per nomine, gra per grafia e altri usi consimili secondo la tradizione
corrente degli uffici cancellereschi. Alla prima mano sono da attribuire le
carte 1-88, 138-173, 267-284, 324-344. Alla seconda mano sono da attribuire le
carte 89-137, 174-266, 285-323, 345"354 62 -
- ↑ Sui legamenti sinistrogiri cfr. Costamagna, Dal destrogiro.
- ↑ II ms. degli anni 1545-46 custodito all’ASN, Sommaria. Frammenti di fuochi, 231, è scritto dalla
stessa mano e con lo stesso inchiostro di questa grafia B del Repertorium, ma su carta con diversa
filigrana. Di esso si conservano esclusivamente alcuni fogli superstiti numerati 461-473, sul cui
margine superiore destro restano tracce dell’antica numerazione 89-102.