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Burocrazia e fisco a Napoli tra XV e XVI secolo

pee, senza mai tralasciare il confronto con un’ampia bibliografia internazionale.

Il lavoro ha avuto una lunga gestazione, iniziata con la fotoriproduzione del Repertorium nel 1982, due anni prima del "restauro" che lo avrebbe danneggiato in più parti. È quindi uno studio che deve molto a molti: innanzitutto, a Mario Del Treppo, che mi ha introdotto alla storia delle istituzioni del Mezzogiorno bassomedievale; ad Arnold Esch e a Otto Gerhard Oexle, che mi hanno accolto per anni, rispettivamente, al Deutsches Historisches Institut di Roma e al Max-Planck-Institut fiir Geschichte di Gòttingen, due centri di ricerca orientati a favorire il dialogo tra diverse tradizioni storiografiche, due luoghi particolarmente propizi ad assicurare agli studiosi la concentrazione indispensabile per condurre indagini di lunga lena, grazie anche alle loro straordinarie biblioteche. La chiusura del Max-Planck-Institutfiir Geschichte è stata una grave perdita per la comunità internazionale degli storici. Il mio grazie va poi a Giuseppe Galasso, presidente dal 1980 al 2010 della Società Napoletana di Storia Patria, e al Consiglio Direttivo, per avere autorizzato l’edizione del manoscritto; al personale delle biblioteche e degli archivi, italiani e stranieri, ricordati nella bibliografia, per la cortesia e la disponibilità con cui hanno risposto alle mie pressanti richieste di consultazione di libri e manoscritti, di fotocopie, microfilm e riproduzioni in formato digitale. Un ringraziamento non convenzionale va infine al vivace gruppo di medievisti che dal 1998 si raccoglie intorno a Reti Medievali, per avere accettato di pubblicare il volume nella collana RM Ebook, nonché agli anonimi referee, per l’attenzione con cui lo hanno letto e approvato.

Questo libro è indissolubilmente legato al ricordo di mio padre.


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