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Prefazione

appariva lontano dalla fretta e dalla precipitazione di «un’epoca [...] che vuol "sbrigare" immediatamente ogni cosa, anche ogni libro antico e nuovo» 113.

La storicizzazione e, quindi, il definitivo commiato dall’idea ottocentesca di "stato", inteso come apparato coercitivo separato dal sociale, insieme all’acquisita consapevolezza della dimensione "performativa" connaturata a ogni scrittura, documentaria o letteraria che sia, consente anche di superare l’avventata convinzione di certa storiografia tardo novecentesca, secondo cui i documenti "regi", come ordinanze, statuti e prammatiche, non andrebbero utilizzati nelle indagini di storia istituzionale, se non per focalizzare la discrasia tra "normativa" e prassi amministrativa: un caveat che ha paradossalmente la sua premessa logica nella corriva assimilazione della documentazione prodotta dagli uffici regi nel basso medioevo alle normazioni dello stato otto-novecentesco.

La storia degli apparati amministrativi dell’Italia meridionale nel basso medioevo, di quegli apparati delineatisi in età normanno-sveva, consolidatisi in età angioina, giunti a compiuta maturazione in età aragonese, è ancora in buona parte da indagare, anche se importanti contributi sono venuti negli ultimi decenni dai lavori di Mario Del Treppo, Giuseppe Galasso, Giuliana Vitale e Aurelio Cernigliaro 14.2

Un’istituzione plurisecolare come la Camera della Sommaria è stata oggetto solo di alcune Note di Maria Luisa Capograssi Barbini, che ne ricostruivano, non senza arbitrio e imprecisioni, il funzionamento sulla base delle sole prammatiche vicereali e di una storiografia settecentesca non vagliata criticamente. Gli studi successivi si sono per lo più limitati a riprendere i risultati della Barbini, situandoli in un universo discorsivo più squisitamente economico o giuridico, riproponendone anche i più vetusti luoghi comuni storiografici, come la presunta fondazione alfonsina dell’ufficio, nel 1444 oppure nel 1450 15.3 Soltanto per gli anni del viceregno di don Pedro de Toledo e per l’età successiva disponiamo delle attente ricostruzioni di Roberto Mantelli, di Aurelio Musi e, soprattutto, di Giovanni Muto e Carlos José Hernando Sànchez, prevalentemente rivolte a considerare l’amministrazione come una organizzazione sociale incorporata in altre organizzazioni sociali, di cui poteva diventare agente di esecuzione e di controllo di decisioni.

In Italia meridionale, nella seconda metà del ’400, sotto i sovrani aragonesi, le strutture istituzionali del Regno appaiono chiaramente definite. Ciò

  1. Nella Prefazione ad Aurora Nietzsche scriveva che la filologia «lehrt gut zu lesen, das heisst langsam, tief, riick- und vorsichtig, mit Hintergedanken, mit offen gelassenen Thiiren, mit zarten Fingern und Augen lesen...»: Morgenróte, p. 17.
  2. Di tali autori e di quelli ricordati in seguito si vedano le opere citate in bibliografia.
  3. Inevitabilmente tali credenze sono di recente dilagate anche in internet. Ad esempio, per la presunta nascita della Sommaria nel 1444 si vedano Virginillo, La Corte, p. 3; Donsì Gentile, La Camera; Wikipedia, Sommaria; Archivi, Sommaria; SAN, Sommaria; per le sue origini nel 1450 Enciclopedia italiana Treccani, Sommaria.

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