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che a taluno piacerebbe chimarlo piuttosto Giunone1 per la sua vicinanza a Giove, e forse ancora perchè essendo quest’Astro avvolto in una densa atmosfera, più particolarmente ci rappresenta questa Divinità, secondo la mitologia talora ascosa tra le nuvole. Io però gli conserverò sempre la denominazione di Cerere Fedinandea, nè soffrirò, col dargliene un’altra, di esser rimproverato d’ingratitudine verso la Sicilia, e verso il suo Sovrano, che con tanto zelo protegge le scienze, e le arti; e senza il di cui favore, chi sa se mai si fosse giunto a questa scoperta. Le scienze senza gran Mecenati difficilmente possono prosperare, e ragion vuole, che i Mecenati a vicenda ricevano da coloro, che le coltivano i meritati elogj. Non è adulazione, ma tributo, omaggio giusto, doveroso.


  1. Il Principe di Saxe-Gotha Gran Mecenate dell’Astronomia, e come Guglielmo IV Langravio d’Hassia Astronomo esso ancora, già sono sedici anni, diede il nome di Hera o Giunone al Pianeta supposto tra Marte e Giove, all’occasione degli elementi congetturali calcolati per lo stesso dal Barone De Zach.