tempo, così per mancanza di stromenti atti ad osservare con precisione fuori del meridiano, come per grave malattia, da cui venni assalito, non mi fu permesso di più seguire l’Astro novello) si cominciò maturamente a discuterle, onde stabilire se appartenevano esse ad una Cometa, o ad un Pianeta. Durante il loro corso non erasi mai rimarcata da me alcuna di quelle circostanze, che sogliono accompagnare le Comete; se non se una sensibilissima diminuzione di luce dalla metà di Gennajo in poi; diminuzione, che non potevasi ben dire se dovesse attribuirsi al suo allontanamento dalla terra, o ad una densa nebbia, da cui fu ingombro il Cielo per buona parte di Gennajo, e tutto Febbrajo. Il solo calcolo delle osservazioni poteva quindi spargere qualche lume, e porre la cosa in migliore aspetto. Ma l’arco osservato non essendo maggiore di dieci gradi circa, egli sembrava ben difficile, che si potesse con sicurezza stabilire cosa alcuna. In ogni modo non restando altra via, questa si tentò. Quindi dai Dottor Burkardt in Parigi, dal Dottor Olbers