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stranieri cacciaronli dalle loro sedi, dove si stabilirono essi medesimi, e secondo il responso degli indovini sagrificarono a Marte quel toro che il Dio stesso aveva dato loro per guida. E quindi probabile che per questa cagione gli antichi li chiamassero col nome diminutivo Sabelli1: ma per un’altra cagione poi furono nominali Sanniti, o, come dicono gli Elleni, Sauniti. Alcuni raccontano eziandio che certi Lacuni vennero ad abitare insieme con loro, e che per questo poi i Sanniti furono sempre filelleni, e in parte si dissero anche Pitanati2. Par nondimeno che questa sia un’invenzione de’ Tarantini per lusingare quel popolo confinante con loro e molto potente, e conciliarsi così una nazione che può mandar fuori ottanta mila fanti e ottomila cavalli. È fama che i Sanniti abbiano una bella legge e molto opportuna per muovere alla virtù. Perocchè non possono i padri dare le proprie figliuole in moglie a chi essi vogliono; ma ogni anno eleggonsi dieci fanciulle e dieci giovani, e la migliore al migliore si dà, poi la seconda di pregio al secondo, e così via via: e se mai qualcuno che abbia ricevuto tal premio, mutandosi diviene malvagio, lo dichiarano infame e gli tolgono la moglie che gli fu data.

Appresso vengono gl’Irpini che sono anch’essi Sanniti, ed ebbero il proprio nome dal condottiero della loro colonia; giacchè i Sanniti chiamano Irpo il lu-

  1. Come chi dicesse: Piccoli Sabini.
  2. Cioè originarii da Pitane luogo della Laconia, e forse parte di Lacedemone stessa. (Edit. franc.).