di Aricia a cento sessanta stadii da Roma. Il terreno in cui essa giace è avvallato; pur nondimeno ha una forte rocca. Al di sopra di Aricia stanno Lavinio, città de’ Romani sulla destra della Via Appia, d’onde si posson vedere e il mare ed Anzio; e l’Artemisio chiamato Nemus (bosco di Diana), che trovasi sulla sinrstra di quelli parte che ascende al tempio di Aricina1. E dicono che sia questa la Diana Tauropulo: e veramente nelle sacre cerimonie che vi si fanno predomina qualche cosa di barbarico e di scitico. Perocchè suol esservi nominato sacerdote qualche uomo fuggiasco, il quale di propria mano abbia ucciso chi v’era da prima: ed egli per conseguenza va sempre armato di pugnale, e sta in sospetto ed apparecchiato a respinger le insidie. Il tempio è in un bosco, e gli sta dinanzi un lago somigliante ad un mare; e tutto all’intorno un cerchio di monti recinge quel tempio e quei lago in un sito cavo e profondo. Le fonti ch’empiono il lago si possono colà vedere; una delle quali chiamasi Egeria dal nome di una certa divinità: ma non vi si scorgono le uscite del lago, le quali appariscono invece assai lungi di là nella pianura.
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Fra le molte maniere proposte dai commentitori per correggere il testo pare assai ragionevole quella degli Edit. franc., i quali con poche mutazioni lo ristabiliscono così: Ὑπέρκειται δ᾿ αὐτῆς (τῆς Ἀρικίας) τὸ μὲν Λανούβιον... ἐν δεξιᾷ τῆς Ἀππίας ὁδοῦ... τὸ δ᾿ Ἀρτεμίσιον, ὃ καλοῦσι Νέμος, ἐκ τοῦ ἐν ἀριστερᾷ μέρους τῆς ὁδοῦ, τῆς ἐξ Ἀρικίας ἀναβαινούσης εἰς τὴν δ᾿ Ἀρικίνην καὶ τὸ ἱερὸν. E interpretano la dizione τὴν Ἀρικίνην pel territorio d’Aricia.