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libro quinto 69

di Aricia a cento sessanta stadii da Roma. Il terreno in cui essa giace è avvallato; pur nondimeno ha una forte rocca. Al di sopra di Aricia stanno Lavinio, città de’ Romani sulla destra della Via Appia, d’onde si posson vedere e il mare ed Anzio; e l’Artemisio chiamato Nemus (bosco di Diana), che trovasi sulla sinrstra di quelli parte che ascende al tempio di Aricina1. E dicono che sia questa la Diana Tauropulo: e veramente nelle sacre cerimonie che vi si fanno predomina qualche cosa di barbarico e di scitico. Perocchè suol esservi nominato sacerdote qualche uomo fuggiasco, il quale di propria mano abbia ucciso chi v’era da prima: ed egli per conseguenza va sempre armato di pugnale, e sta in sospetto ed apparecchiato a respinger le insidie. Il tempio è in un bosco, e gli sta dinanzi un lago somigliante ad un mare; e tutto all’intorno un cerchio di monti recinge quel tempio e quei lago in un sito cavo e profondo. Le fonti ch’empiono il lago si possono colà vedere; una delle quali chiamasi Egeria dal nome di una certa divinità: ma non vi si scorgono le uscite del lago, le quali appariscono invece assai lungi di là nella pianura.

  1. Fra le molte maniere proposte dai commentitori per correggere il testo pare assai ragionevole quella degli Edit. franc., i quali con poche mutazioni lo ristabiliscono così: Ὑπέρκειται δ᾿ αὐτῆς (τῆς Ἀρικίας) τὸ μὲν Λανούβιον... ἐν δεξιᾷ τῆς Ἀππίας ὁδοῦ... τὸ δ᾿ Ἀρτεμίσιον, ὃ καλοῦσι Νέμος, ἐκ τοῦ ἐν ἀριστερᾷ μέρους τῆς ὁδοῦ, τῆς ἐξ Ἀρικίας ἀναβαινούσης εἰς τὴν δ᾿ Ἀρικίνην καὶ τὸ ἱερὸν. E interpretano la dizione τὴν Ἀρικίνην pel territorio d’Aricia.