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libro quinto 67

e Gabio, e di quello che dicesi rosso; sicchè agevolmente le pietre da quelle cave si conducono per nave a Roma, dove si adoperano poi nella maggior parte degli edifizii. In quella pianura per la quale scorre l’Anio vanno anche le acque dette Albule che sgorgano fredde da molte fonti e risanano da varie malattie così chi le beve come chi vi si bagna. Tali sono anche, a poca distanza da queste, le acque Labane1 che trovansi Dell’agro Nomentano e nelle vicinanze di Ereto. A Preneste avvi un celebre tempio della Fortuna, dove si rendono oracoli. Tutte e due quelle città (Tiburi e Preneste) sono fondate sopra una stessa catena di monti, e sono distanti fra loro circa cento stadii. Da Roma poi la città di Preneste è lontana il doppio, e Tiburi un poco meno: ed è fama ch’entrambe siano d’origine ellenica, e che Preneste fosse primamente chiamata Polustefano. Sì l’una come l’altra sono città forti, ma Preneste assai più di Tiburi: perocchè al di sopra di quella città, e quasi per esserle in luogo di cittadella, s’innalza un monte scosceso che tagliato a picco da tergo sorpassa di due stadii il colle che da quel lato lo unisce alla catena delle montagne. Ma oltre a questa naturale fortezza, tutto il terreno è perforato da strade sotterranee che discendono sino alla pianura, e servono in parte come acquidotti, in parte per le uscite segrete. In una di queste vie sotterranee morì Mario2 assediato in Preneste. Ma dove nelle

  1. I Bagni di Grotta Marozza. — I geografi poi non sono d’accordo sulla vera posizione di Ereto. (Edit. franc.)
  2. È questi il figlio di Cajo Mario; e Plutarco dice che si uccise da se medesimo.