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libro quinto 57

marittime che quella via attraversa sono queste sole, Taracina, poi Formio, Minturno, Sinuessa, ed all’ultimo Taranto e Brentesio. Presso a Taracina dalla parte di Roma va parallelo alla Via Appia un canale, che in molti siti è ingrossato dalle acque di maree e di fiumi. Sogliono navigarvi principalmente di notte, sicchè s’imbarcan la sera e smontano di buon mattino, a compiere il viaggio per la Via Appia: nondimeno anche di giorno si traggono per mezzo di muli le navi su quel canale.

Dopo Taracina è Formio fondata già dai Laconi, e detta Ormia da prima a motivo del suo buon porto1. I1 golfo ch’é fra queste due città lo chiamarono Caïatta, perocchè i Laconi danno tal soprannome a tutte le cavità. Alcuni dicono che quel golfo ha il nome della nutrice d’Enea2. La sua lunghezza è di cento stadii cominciandosi da Taracina sino al promontorio detto anch’esso Caïatta. Apronsi quivi smisurate caverne, le quali contengono grandi e sontuose abitazioni. Da Caïatta a Formio si contano quaranta stadii. Fra questa città e Sinuessa giace Minturno distante da entrambe circa ottanta stadii. Le scorre pel mezzo il fiume Liri che anticamente chiamavasi Clauis. Csso discende dai monti Apennini, bagna il paese de’ Ve-

  1. Buon porto, Εὔορμον.
  2. Gaeta chiamavasi la nutrice di Enea, che altri dicono invece essere stata nutrice di Crensa sua moglie o di Ascanio suo figlio. Dicesi che per molti secoli si vide in quella città un tempio sacro ad Apollo ed a Gaeta. (Edit. franc.)