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libro quinto 51


Raccontasi dunque che nel tempo stesso in cui si fondava questa città, essendo nata discordia tra i due fratelli, Remo vi perdette la vita. Quando poi la città fu costrutta, Romolo vi congregò molti uomini insieme raccolti, coll'avere assegnato come luogo d’asilo un bosco situato fra la rocca ed il Campidoglio1; e quanti colà riparavano dai paesi circostanti, li dichiarò cittadini. Non vi essendo poi donne da dare a costoro, bandì una certa solennità equestre sacra a Nettuno, la quale suol celebrarsi anche al presente: e quando molti furono concorsi a quello spettacolo, ordinò a coloro ai quali maucavan le mogli di rapire le giovani forestiere. Tito Tazio re dei Curiti volle vendicare l’ingiuria coll’armi; ma poi fe la pace con Romolo, e composero una sola nazione, avendo pattuita una comunanza di Signoria: finchè, ucciso a tradimento Tazio in Lavinio, di consenso dei Curiti Romolo regnò solo. Dopo di lui prese il regno Numa Pompilio già cittadino di Tazio, avendolo ricevuto dalla volontà medesima dei soggetti. Questa pertanto è la storia più creduta della fondazione di Roma.

Un’altra più antica e favolosa tradizione dice che i Romani furono una colonia venuta dall’Arcadia sotto la scorta di Evandro. Appo costui (dicono) stette come ospite Ercole quando traeva seco i buoi di Gerione;


    grificio di cui quì si parla, sulla fede di qualche manoscritto per consiglio di molti interpreti dovrebbero intenderli i riti Ambarvali.

  1. Per rocca s’intende quì il monte Palatino.