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parti abitabili, ed anche alcune piccole città, come a dire, Blesinone, Carace, Epiconia e Vapane. La lunghezza dell’isola, dice il Corografo1, è di cento sessanta miglia, la larghezza di settanta; mentre la Sardegna è lunga duecento venti miglia, e larga novantotto. Ma secondo altri il perimetro di Cirno è di circa tremila e due cento stadii, e quello della Sardegna di quattro mila.

Una gran parte della Sardegna è terreno aspro, e paese non punto tranquillo2; ma un’altra parte è abbondevole d’ogni cosa, e soprattutto poi di frumento. Vi sono parecchie città, fra le quali son da notare Calari3 e Sulchi. Ma alla buona qualità di que’ luoghi, se ne oppone una dannosa, chè l’isola in tempo di state è malsana, principalmente appunto in que’ siti che sono più fertili: oltrechè sono di continuo depredati da’ montanari chiamati ora Diagebri, e prima denominavansi Iolei; perocchè si racconta che Iolao4 avendo con sè alcuni dei figliuoli d’Ercole approdò a quell’isola, e vi si mise ad abitare coi barbari. Costoro eran Tirreni: appresso vi dominarono i Fenicii venuti colà da Cartagine, i quali insiem con que’ barbari guerreggiarono contro i Romani; ma essendo poi distrutti, ogni

  1. Non trovano gl’interpreti a chi voglia alludere Strabone in questo luogo.
  2. Il Siebenkees vorrebbe leggere ὀρεινὸν, montuoso.
  3. Cagliari. Rispetto a Sulchi si crede che fosse dove ora è Palma di Solo, vicino alla Punta dell’Ulga.
  4. Figliuolo d’Ificle e nipote d’Ercole.